IN BICI A ROMA

TECNICHE PER MUOVERSI IN CITTÀ LIMITANDO I RISCHI

A Roma non ci si sposta in bicicletta, per ragioni culturali e per difficoltà oggettive.
Qui si vuole offrire un metodo, maturato dall’esperienza, che permette di aggirare gran parte delle difficoltà cui inevitabilmente si va incontro se si decide di affrontare le strade della capitale con la bicicletta, il mezzo di trasporto più efficiente mai inventato dall’uomo, concepito non a caso da Leonardo Da Vinci.

 

COME SCEGLIERE IL MODELLO

Se dovete acquistare la bici, meglio cercare tra le “city – bike” ed accertarsi che abbiano alcune caratteristiche indispensabili:

 Caratteristiche apprezzabili sono invece:

Se invece siete già provvisti di una bicicletta, possono andar bene anche le mountain bike con almeno 18 rapporti, purché il cambio funzioni bene e senza incertezze (fatelo riparare); vanno adattate con i catarifrangenti, l’impianto luci e il campanello che sono obbligatori; è meglio montare un portapacchi (lo zaino sulle spalle vi farebbe sudare anche in pieno inverno) e possibilmente i parafanghi; se i pneumatici sono troppo tassellati sostituiteli con altri più lisci.

Se avete una city – bike questa può avere anche solo 6 – 7 rapporti. Non vanno bene le bici da corsa e quelle da passeggio a ruote piccole o senza cambio, a meno che non abitiate ad Ostia o in un altro quartiere totalmente pianeggiante.
Portate tip top e una piccola pompa per eventuali forature.

 Una buona opportunità viene dalle bici elettriche, tanto più che grazie agli ecoincentivi godono di uno sconto di 600.000 lire, sicché il prezzo reale va da uno a due milioni di lire. Hanno numerosi pregi: consentono di affrontare le salite senza fatica; la batteria è sempre asportabile e ricaricabile a casa e, anche se finisce la carica, non ci sono problemi perché si può sempre pedalare fino a destinazione; si tratta di biciclette a tutti gli effetti e questo vuol dire niente casco, niente tasse, niente targa e possibilità di usare le piste ciclabili. Molte case produttrici offrono l’assicurazione gratuita completa per un anno contro furto e rapina. In questo caso il cambio a 18 marce non è più necessario.

 

LA BICI SOTTO CASA

Uno dei motivi per cui non ci salta in mente di usare la bici come mezzo di trasporto è che spesso sta in cantina ad accumulare ragnatele, o comunque in un luogo da cui è complicato tirarla fuori in breve tempo. Per questo la prima cosa da fare è cercare un luogo riparato ma direttamente accessibile dove ripararla: un locale condominiale in disuso, il piano piloti, il sottoscala; è chiaro che dovrete chiedere l’autorizzazione ad utilizzare questi spazi, che difficilmente vi sarà negata, specie se vi parcheggiano i motorini. Se purtroppo non trovate un posto coperto, vi toccherà “piazzarla” all’aperto, esposta alla pioggia, per cui fareste bene a scegliere una bici con telaio di alluminio o altro materiale anticorrosione. Contro i furti la cosa migliore è metterla in vista rispetto alle vostre finestre e/o  a quelle di un numero più alto possibile di famiglie, davanti a negozi, fermate d’autobus, edicole… Posti dove un eventuale ladro abbia sempre il dubbio di poter essere osservato. Questo è un metodo infallibile contro i furti, e vale in generale non solo sotto casa vostra. Come antifurto consigliamo i cavi antitaglio di almeno 1 cm di diametro, molto più leggeri, pratici e sicuri di catena e lucchetto.

 

SI PARTE!

Già, ma per dove?
Qual è il raggio d’azione ideale della bicicletta? è chiaro che la risposta è soggettiva, ma in media non supera i 5 Km, vale a dire 15-20 minuti in bicicletta. Oltre, si cominciano ad avere problemi, e diminuisce la competitività rispetto ad altri mezzi di trasporto pubblici e privati. Se 5 Km vi sembrano pochi, sappiate che quasi tutti gli spostamenti compiuti sono più brevi e che sono comunque sufficienti per raggiungere una stazione metroferroviaria. Quindi la bicicletta si integra bene con il trasporto pubblico veloce: metropolitane A e B, ferrovie concesse, FM e linee bus express. Provate ad andare con la bicicletta all’ufficio postale, in banca, a fare certificati, a trovare amici o parenti che abitano nel quartiere, a fare la spesa (nei limiti della capacità del portapacchi), in palestra…

Un esperimento: prendete una cartina del vostro quartiere, individuate casa vostra e tracciate da questa un cerchio di 2, 3, 4, 5 Km di raggio. Vi stupirete di quanti posti sono raggiungibili in poco tempo e senza l’assillo del parcheggio. Con la bicicletta sapete esattamente quando arrivate, con qualsiasi traffico.

Molte persone usano lo smog come scusa per non prendere la bicicletta. Vanno in macchina, magari dotata di filtri antismog (?) e si sentono protetti rispetto a “quelli che si avvelenano respirando a pieni polmoni in mezzo ai gas di scarico”. Una recente ricerca medica ha dimostrato che questo è un luogo comune e che vale esattamente l’opposto: un automobilista sullo stesso percorso respira da due a cinque volte più sostanze inquinanti (dipende dalla sostanza) rispetto ad un ciclista, nonostante questi respiri un volume d’aria 2-3 volte maggiore. Inoltre l’attività fisica moderata ma quotidiana rafforza l’organismo, lo rende più resistente alle malattie, ai dolori muscolari e alle fratture, e va quasi ad azzerare i rischi d’infarto e diabete, oltre ad eliminare lo stress. È stato rilevato che chi usa la bici in città ha una condizione psicofisica migliore rispetto agli altri. Tutto questo per due spostamenti in bici al giorno.

Inquinanti respirati in un’ora (mg/m3) CO NO2 Benzene toluene xilene
Ciclisti 2.670 156 23 72 46
Automobilisti 6.730 277 138 373 193

FONTE: "Città per la bicicletta, città per l'avvenire" - Commissione Europea e Ministero dell'Ambiente

Un problema reale è invece il rischio d’incidenti in mezzo al traffico, ma con un po’ d’astuzia ci si può difendere. Anzitutto evitando le strade più congestionate, che poi sono anche quelle con più smog e più a rischio incidenti. Inoltre bisogna pedalare lentamente, tenendo sotto controllo sforzo, battito cardiaco, respirazione; non fatevi coinvolgere dalla fretta e dall’ansia di correre che hanno tutti. Ricordatevi che non siete al Tour de France: la nostra esperienza ci ha insegnato che lo stesso tragitto non è coperto in meno tempo se si pedala forsennatamente.

Sfruttate i semafori a vostro vantaggio: se vedete che è rosso, smettete di pedalare, scalate marcia, rallentate, tirate il fiato e tenete sotto controllo il semaforo a cui vi state avvicinando, senza frenare. Fate in modo che il verde scatti prima di essere costretti a fermarvi: partire da fermo fa sprecare energie preziose. Riprendete a pedalare appena scatta il verde. Ai semafori pedonali rallentate solamente: non si è mai visto un pedone investito e ucciso da un ciclista.

Cercate strade poco trafficate, senza salite, con fondo buono. Costruitevi il vostro “itinerario sicuro” e se non ci riuscite rivolgetevi a noi, sapremo trovare una soluzione.

 

COME GUIDARE LA BICICLETTA

Siete sicuri di saper andare in bicicletta?
Non prendete la domanda come un’offesa: il fatto di saper pedalare sul lungomare non significa saperla portare in città.
Per prima cosa aggiustate la posizione: spesso il sellino è regolato troppo basso e si fa fatica inutile. Regolatelo in modo che puntando il tallone sul pedale la gamba sia tesa. Anche un solo centimetro più in basso compromette pesantemente la vostra “efficienza biomeccanica”.

Il cambio. Molti non sanno a cosa serva. Indispensabile a Roma, serve a mantenere il ritmo e lo sforzo della pedalata costanti, indipendentemente dalla pendenza affrontata, evitando “strappi” ed affaticamenti. Ricordate che se i rapporti teorici sono 18, quelli ammissibili sono di meno perché la catena mal sopporta l’eccessiva torsione. Per questo non dovrete mai accoppiare la corona grande con il pignone (il cerchio dentato sulla ruota posteriore) maggiore, e viceversa, corona piccola e pignone piccolo.

I freni. Bloccare solo con l’anteriore in bicicletta è dannoso, potreste ritrovarvi faccia sull’asfalto!

Ricordatevi di sfruttare i diritti e rispettare gli obblighi. Secondo il Codice della Strada le biciclette anzitutto sono dei veicoli ed hanno diritto di cittadinanza sulla strada, perciò non consideratevi degli intrusi, e non permettete che gli altri lo pensino. La circolazione delle biciclette è ammessa ovunque non sia esplicitamente vietata e segnalata con cartelli; se ciò non è, eventuali multe sono un abuso delle forze dell’ordine. Fatevi rispettare con cortesia e fermezza, soprattutto dagli automobilisti, che per motivi oscuri (invidia?) non tollerano la presenza dei ciclisti sulla strada. 

Dovete tenere il margine destro della carreggiata, ma a distanza dalle macchine parcheggiate: non è il caso di rischiare sportellate in faccia da parte di automobilisti distratti. Per effettuare le svolte a sinistra segnalate col braccio teso, ma se la manovra è pericolosa, scendete ed utilizzate le strisce. Sfruttate la possibilità di diventare giuridicamente pedoni ogni volta che potete. Se il traffico non vi fa ragionare, potete sempre accostare e scendere. L’automobilista, poveretto, non lo può fare.

Potete anche acquistare come accessori l’impianto frecce, lo specchietto retrovisore e dei catarifrangenti per le ruote. Sono molto utili in città. Ricordate che potete circolare nelle ville storiche di Roma (anche se i vecchi cartelli dicono il contrario) e che non potreste – al pari degli scooter – parcheggiare sul marciapiede.
Meditateci sopra…

 E ... NON DIMENTICARE LA TARGA!
Scarica qui la "targa" per la tua bici:

A VOLTE È MEGLIO DI NO

Ci sono delle condizioni in cui è sconsigliato andare in bicicletta:

Paradossalmente il freddo anche intenso non è un grosso ostacolo: basta coprire bene testa, gola, mani, caviglie. Molto più difficile è difendersi dal caldo. Fatevi consigliare in un negozio specializzato, sono in commercio indumenti di ottimi materiali, che proteggono dal freddo senza farvi sudare.

Non pensiate che andare in bicicletta sia un contributo da poco. Al contrario è un goal sicuro a favore dell’ambiente e contro l’effetto serra, ancor di più che usare i mezzi pubblici. In Italia il settore dove ci sono più emissioni di gas è proprio quello dei trasporti, soprattutto quelli urbani. Ciò dovrebbe convincervi a passare dall’ecologia delle chiacchiere a quella dei fatti, a tirare fuori la bicicletta dalla cantina, a salire in sella e a superare anche gli ostacoli culturali. Il primo di questi è che la bicicletta viene considerata un giocattolo e non un mezzo di trasporto, per cui usarla dai 14 anni in su vuol dire essere considerati degli immaturi, delle persone poco serie o poco sveglie. Il secondo è che la bicicletta a Roma è legata storicamente allo spettro della povertà, e anche se la guerra è finita da più di mezzo secolo, soffriamo ancora del complesso del "morto di fame" tanto che per l’ansia di dimostrare qualcosa abbiamo la più alta densità automobilistica del mondo. Si andava in bicicletta durante e dopo la guerra (“ladri di biciclette”) e nel 1974 nelle domeniche di Austerity, mai per piacere o per comodità. Muovere le gambe per spostarsi viene considerato disonorevole, ciò ha radici nella cultura feudale. Forse per questo il motorino è socialmente accettato. Il mezzo di trasporto a Roma ha una forte valenza sociale e gerarchizza le persone su una piramide al cui vertice c’è l’auto blu e alla base c’è proprio la bicicletta, che viene considerata di rango più basso addirittura di chi va a piedi o col mezzo pubblico. Ora però c’è una buona scusa per andare in bici: l’obbligo di casco per tutti anche sui ciclomotori. Il casco è scomodo, non c’è dubbio. Quindi è meglio la bicicletta, dove non c’è gran bisogno di sicurezza passiva ma di quella attiva: sistemazioni ciclabili e tecniche descritte in questa guida.

C’è molta strada da fare per arrivare in Europa, dove la bicicletta è usata normalmente e con qualsiasi tempo da persone di tutte le età, professioni e classi sociali, dallo studente al manager, alla casalinga. E non pensate che sia un fenomeno solo olandese: quest’abitudine si è estesa a Parigi, Berlino, Monaco di Baviera, Londra, Amsterdam, Vienna, Barcellona e ai relativi paesi. 

 

dati meteorologici a confronto tra  Parigi, Londra e Roma.

Se chiedete a un adolescente di quelle città, piene zeppe di piste ciclabili, perché non usa il motorino, vi risponderà che è inutile spendere 4 milioni per avere la stessa facilità di spostamento che si ha con la bicicletta, e in più dover portare il casco. Le mamme addirittura accompagnano i bambini a scuola caricandoli sulla bicicletta assieme ai pacchi della spesa. A Parigi la RATP gestisce da 17 anni un servizio di bici a nolo, e non ha alcuna difficoltà ad ammettere che spostarsi in bicicletta è più rapido che con la tanto invidiata rete di metropolitana che essa stessa gestisce!

LE PROPOSTE WWF PER ROMA CICLABILE

Innanzitutto la realizzazione delle piste previste dal PGTU (Piano Generale Traffico Urbano) e altre ancora, specie quelle sulle grandi direttrici periferia – centro. Una pista che colleghi le stazioni Termini e Tiburtina passando per l’Università (TUT), con punti noleggio bici nelle stazioni, così come accade ad esempio a Firenze, dove esiste una rete di punti noleggio bici per 1.000 lire al giorno, usatissima da studenti, pendolari e turisti. Vogliamo far creare piste in periferia, ma soprattutto itinerari sicuri, che servano per lo spostamento più che per lo svago. Vogliamo far adottare due prassi vigenti nel resto d’Europa, il fatto che non si può costruire o ristrutturare una strada se non la si dota di pista ciclabile e la non validità dei sensi unici per le bici. Stiamo premendo sulle aziende di trasporto pubblico affinché dotino di parcheggi bici le stazioni di metro e ferrovie e le fermate delle linee espresse ATAC, con stalli comodi e funzionali (quelli installati dal Comune non lo sono).

ROMA, AVENTINO, SEDE FAO (= area extraterritoriale!)
Il parcheggio bici nel cortile in un giorno lavorativo. Notare i comodi stalli utilizzati che permettono di assicurare la bicicletta alla struttura.
 

ROVIGNO (CROAZIA):
Un esempio di stallo semplicissimo, economico e molto funzionale. è realizzato saldando tondini di ferro e piastrine ad L. Forse "troppo economico" ...

 

INTEGRAZIONE CON ALTRI MEZZI DI TRASPORTO ... UN UTOPIA A ROMA?

MONACO DI BAVIERA (GERMANIA):
Foto scattata nel 1997 all'interno di un vagone della metropolitana cittadina: il cartello recita testualmente:

Al massimo 2 (bici, naturalmente) in questo spazio (si riferisce allo spazio davanti la porta) non si può portare la bici nelle ore di punta, cioè dal lunedì al venerdì nelle fasce orarie 6.00 - 8.00 e 15.00 -18.00

MONACO DI BAVIERA (GERMANIA):
Foto scattata nell'estate 1999 nella stazione centrale delle ferrovie: si tratta di un vagone adibito unicamente al trasporto biciclette... SENZA DOVERLE  SMONTARE!

COSTA DALMATA (CROAZIA):
Estate 2001 - accordandosi con l'autista e pagando un apposito biglietto (sotto) è possibile trasportare la propria bicicletta sui pullman che effettuano servizio di linea tra le varie località lungo la costa.

 

MONACO DI BAVIERA (GERMANIA):
Foto autunno 2001: bici a noleggio satellitar-telefonico. Queste bici sono sbloccate via satellite con una telefonata in cui si comunica all'operatore il numero della bici e quello della propria carta di credito. La tariffa prevede una quota iniziale fissa  più un tot al minuto. Al termine dell'utilizzo la bici può essere lasciata ad un altro incrocio, e, ritelefonando, la bici viene bloccata e smette l'addebito. è un servizio sperimentale da metà ottobre delle DB per cercare di ridurre le bici al seguito sui treni a lunga percorrenza. Ce ne sono molte per Monaco. Il sito è www.callabike.de

 

Non abbiamo niente contro i motorini, ma sono i nostri “compagni di semaforo”, e lo scappamento ci arriva proprio in faccia. Per cui premiamo affinché il propulsore due tempi con le sue emissioni altamente nocive venga bandito dalla produzione, che la propulsione elettrica diventi progressivamente obbligatoria.

 

WWF SU MOTORINI
"ALTRO CHE INCENTIVI, LA RIVOLUZIONE VIAGGIA A BORDO DEI MEZZI PUBBLICI E DELLA BICICLETTA"

La chiusura a tutti i mezzi inquinanti, motorini non elettrici compresi, dei centri storici delle città, incentivi all'uso dei mezzi pubblici ed all'acquisto e uso della bicicletta: è' questa l'unica ricetta davvero "appetibile" che cambierebbe il volto alle nostre città rendendole più vivibili riducendo anche l'inquinamento globale.  Tutto il resto, francamente,  ci sembra un palliativo. Pur apprezzando gli sforzi del nostro Ministero dell'Ambiente intravediamo nelle operazioni di rottamazione, come quella annunciata ieri, il rischio di concedere vantaggi smisurati alle industrie rispetto ad una   valutazione costi-benefici per l'ambiente. Perché l'industria, per esempio, continua a pubblicizzare veicoli a due ruote scattanti e potenti e non quelli che consumano meno? Lo Stato non potrebbe, al contrario, usare gli stessi soldi della rottamazione (300-600 mila lire) per regalare una bella bicicletta, unico veicolo ecologico?".

"Affrontando queste spinose questioni su traffico e inquinamento, bisogna porsi alcune domande - ha dichiarato Fulco Pratesi, Presidente del WWF Italia - Quanto costerà all'ambiente la nuova ondata di rottamazione visto che si tradurrà in milioni di motorini da smaltire in discarica ed in un enorme impiego di energia e risorse per produrre i nuovi pezzi ?
E' sacrosanto il principio seguito dai Ministri dell'Ambiente e dell'Industria di applicare il bollino blu anche per le due ruote, ma chi  assicurerà i cittadini sulla severa applicazione dei controlli delle emissioni e delle officine coinvolte visto che questo non accade ancora sulle macchine con bollino blu?  E poi, non dando vantaggi concreti ai motorini elettrici (come l'esclusività dell'accesso ai centri storici) a patto che l'energia utilizzata provenga da fonti rinnovabili, perché relegarli al ruolo di perdenti sotto il profilo concorrenziale con quelli col motore a scoppio condannandoli a restare le "Arabe fenici" delle nostre città? 
Per ribadire il proprio impegno nella lotta contro l'inquinamento il WWF insieme a Federtrasporti ha già in programma per  dicembre una nuova Campagna nazionale di  incentivo all'uso dei mezzi pubblici per guarire contro la "malattia da smog".

Roma, 19 novembre 1999 -
Ufficio Stampa WWF Italia - tel. 06-844.97.375 - 377

 

Per ulteriori informazioni:
WWF Lazio, Via Allegri, 1 - 00198 Roma - telefono 0684497206
Gruppo Traffico Urbano

Documenti:
manuale arancione della Commissione Europea sulla bicicletta, in italiano

Link sull'argomento:
sito della FIAB: http://www.
fiab-onlus.it
sito di Ruotalibera:  http://www.ruotalibera.org

Comune di Firenze:  Città Ciclabile

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1999 WWF Gruppo Attivo Roma XI