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IL FOSSO DELLE TRE FONTANE

Il Fosso delle Tre Fontane è uno dei corpi idrici che attraversano il territorio a cavallo dei Municipi Roma XI e XII.

In origine la sua lunghezza d'asta (dalla sorgente alla foce) era approssimativamente di 4 km; aveva la sorgente nei pressi della Tenuta S. Alessio, raccogliendo anche le acque dai canali di drenaggio della zona, nei pressi del Casale Romagnoli (a lato di Via dei Granai di Nerva/ Via dell'Automobilismo), attualmente inglobato nel tessuto di Roma 70.

Da qui proseguiva il suo corso verso la valle che affiancava l'area dell'Abbazia delle Tre Fontane, passando sotto la Via Laurentina fino alla Via del Mare e sfociando nel Tevere. Già a partire dalla fine degli anni '40, con la parziale realizzazione dell'E.U.R. e dei campi sportivi delle Tre Fontane, la parte finale del fosso venne occultata sotto terreni di riporto, triste fine comune a molti altri fossi e fiumi della zona (Almone, Tor Carbone/Grottone, Cecchignola).

Attualmente ne rimane integro solamente un tratto di poco più di 1 km di lunghezza, che inizia dal piazzale del centro commerciale I Granai, (qui risulta pressoché asciutto), fino al recente svincolo delle Tre Fontane, dove fino a poco prima dei lavori era parzialmente visibile lo scatolare in cemento in cui le acque venivano convogliate in fognatura.

Una risorgiva ed una sorgente, all'altezza del complesso scolastico di Via Berto, poste al di sotto di Via Ballarin, però garantiscono ancora l'esistenza di un ricco ecosistema fluviale in un tratto di questo fosso (tratto azzurro nella foto satellitare), dalle acque molto pulite, con la presenza di alcune popolazioni animali interessanti anche sotto il profilo ecologico.

L'area delle tre fontane in una foto satellitare - fonte: Google
L'area delle tre fontane in una foto satellitare - fonte: Google


Purtroppo (è storia di questi giorni), l'ufficio tecnico del nostro Municipio ha di nuovo richiesto "l'eliminazione della vegetazione spontanea" del fosso con l'azione di ruspe, non tenendo in considerazione la richiesta del WWF, causando l'ennesimo spreco di denaro (la medesima azione era stata già effettuata in altri momenti, non risolvendo alcuna "problematica") e mettendo a rischio la sopravvivenza delle popolazioni di macroinvertebrati, pesci ed anfibi ancora presenti in queste acque.

Tale intervento infatti è del tutto uguale ad uno effettuato un paio di anni fa che causò, per esempio, la distruzione di esemplari di notevole aspetto di sambuco, la devastazione di un nido di gallinella d'acqua (che difatti è scomparsa da queste acque..), la diminuzione della popolazione di rovella (Rutilus rubilio, un pesce endemico italiano, inserito nella Direttiva Habitat delle CE) presente, la perdita di numerose specie di piante legate all'acqua (ranuncoli, tife, ecc) e, non ultimo, la scomparsa definitiva di alcune testuggini americane che erano presenti.

Sopra: la situazione del fosso prima e dopo la "ripulitura"


Risulta veramente incomprensibile come l'Amministrazione Pubblica avalli una distruzione di tale portata di uno dei pochi corsi d'acqua sostanzialmente integri dal punto di vista ecologico che abbiamo nel nostro territorio. Neanche il pretesto della rimozione di alcuni rifiuti ingombranti non può essere addotto, visto che gli stessi si sarebbero potuti rimuovere con semplicità da un paio di operai in poco tempo e con un notevole risparmio economico.

Cosa ancor di più sconcertante è la totale negligenza nei confronti della normativa sulla tutela della fauna minore (L.R.18/88), che vieta specificamente "il deterioramento o la distruzione dei siti di riproduzione e di riposo ed il molestare la fauna selvatica minore, specie nel periodo della riproduzione, dell' allevamento e dell'ibernazione". Si sottolinea come sia in questo caso che nel precedente (aprile 2004) lo sventramento sia stato effettuato proprio in pieno periodo riproduttivo degli anfibi!

La proposta del WWF per quest'area, anche in previsione degli scenari futuri (passaggio del prolungamento del sottopasso dell'Appia e costruzione dei 400.000 mc dell'I60) è quella di conservare al massimo e valorizzare questa area con potenzialità ecologiche, prevedendo un piccolo percorso guidato con tabelle didattiche che spieghi al pubblico le particolarità e la storia del fosso e dell'area, prevedendo inoltre la possibilità di recuperarne la funzionalità in altri tratti a monte, rinaturalizzando l'alveo con tecniche di ingegneria naturalistica, affiancando inoltre una pista ciclabile che possa congiungere così lo svincolo delle Tre Fontane con complesso del Forte Ardeatino- Via di Grotta Perfetta, dove già sono presenti due tratti ciclabili.


Maggio 2006

 

 

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1999 WWF Gruppo Attivo Roma XI