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LA TENUTA DI TOR MARANCIA

Introduzione
Aspetti paesistici
Geologia
Botanica e fauna
Periodo Romano
Medioevo
Urbanistica moderna e contemporanea
Situazione odierna
Il WWF e il consumo del suolo

 

INTRODUZIONE

Nel Municipio Roma XI sono stati portati a termine quasi tutti i cantieri previsti, per un peso abitativi di alcune decine di migliaia di nuovi abitanti. Le zone interessate alle nuove edificazioni sono sovente lembi residui di Agro Romano:

Grotta Perfetta/ Tor Carbone
Vigna Murata/ Laurentina/ Tre Fontane
B. Croce/ Sartorio/ Tintoretto
Serafico/ Colle di Mezzo/ Casal di Zola
Cecchignola/ San Cesareo/ Giglio/ Torricola

Tra queste era inclusa la Tenuta di Tor Marancia, scampata all'edificazione dopo una battaglia decennale, a seguito della delibera regionale relativa all'ampliamento della perimetrazione del Parco Regionale dell'Appia Antica (Testo Unico n° 12-28-49-97-144 e 211 del 18/04/02). Pochi conoscono i valori della Tenuta di Tor Marancia, che ha rischiato seriamente di essere sfregiata da milioni di metri cubi di cemento. Questo testo, realizzato dai volontari del Gruppo Attivo, vuole diffondere la necessità di una gestione territoriale più attenta alla vivibilità della nostra città.

 

ASPETTI PAESISTICI

Oltre all'importanza storico-archeologica, la Tenuta di Tor Marancia rappresenta, con i suoi ampi orizzonti, un luogo di elevato valore paesistico: è infatti uno dei pochissimi lembi esistenti di Agro Romano ormai quasi completamente inglobato nel tessuto urbano della Capitale. Il paesaggio leggermente ondulato (altitudini comprese tra i 15 ed i 50 metri s.l.m.), i pianori sommitali, le scarpate e la presenza di “zone umide” permettono una biodiversità elevatissima in rapporto al luogo: siamo praticamente al centro di Roma, a ridosso di quartieri intensamente abitati!

 

 

 

La stratificazione geologica visibile nella zona delle cave di pozzolana colonizzata da cespugli di ginestra. In primo piano un partecipante delle nostre visite guidate...

GEOLOGIA

I terreni che affiorano nella Tenuta di Tor Marancia, inserita nel bacino imbrifero della Marrana di Grotta Perfetta, sono stati originati dalla prima fase eruttiva del complesso vulcanico dei Colli Albani, avvenuta tra i 706mila ed i 338mila anni fa. Infatti in prossimità della via Ardeatina un'ampia parete, lunga circa 200 metri ed alta più di 20 metri, permette di osservare le varie sequenze stratigrafiche dei materiali eruttati dal vulcano Tuscolano-Artemisio. Lo strato più antico è costituito di Tufo Pisolitico (706mila-680mila anni fa), cui si sovrappongono nell'ordine Pozzolane rosse e Pozzolane nere (528mila-338mila anni fa). Nell'intervallo tra le due colate, in alcune zone si è formato un caratteristico Conglomerato giallo. Risale a 338mila anni fa una delle eruzioni più rapide e violente del complesso menzionato: essa ha originato il Tufo Lionato e il tufo di Villa Senni. Infine lo strato superficiale, in parte costituito da terreno di riporto, è testimonianza dei rimaneggiamenti avvenuti nei secoli per lo sfruttamento delle cave di pozzolana fin dal periodo di Roma Antica. L'estrazione delle Pozzolane stratigraficamente più basse ha invece prodotto numerose cavità e gallerie. Durante le varie fasi eruttive del Tuscolano-Artemisio è variato il livello delle acque marine per effetto delle glaciazioni; questo ha attivato un processo di erosione e di accumulo svolto dalle acque superficiali, fino a vostituire una tipica valle alluvionale a fondo piatto. Oggi le acque della Marrana di Grotta Perfetta hanno perso questa capacità, in parte sono state intubate per la costruzione dei quartieri della Garbatella, Tor Marancia, San Paolo e Laurentina; ne rimangono solo due rami interni alla Tenuta. Originariamente costituiva un grande complesso idrico che, assieme al fosso dell'Almone a nord ed ai fossi delle Tre Fontane e della Cecchignola a sud, andava ad immettersi nel Tevere nel tratto meridionale di Roma. È stato dimostrato sperimentalmente che l'incanalamento anche soltanto di un tratto del fosso, o la sua cementificazione parziale, comporta irreparabili danni all'assetto idrogeologico del bacino. Inoltre la pavimentazione stradale, riducendo l'infiltrazione omogenea delle acque, contribuirebbe ad aggravare tali problemi di assetto; in quest'ottica dunque, diventa indispensabile la tutela dei fossi di Tor Carbone e dell'Annunziatella.

Per approfondimenti sugli aspetti botanici delle cave nella Tenuta di Tor Marancia, a cura della dott.ssa Tiziana Allegrini (formato pdf) clicca qui.

 

Un'immagine del pioppeto, in prossimità della "zona umida" di Tor Marancia.

BOTANICA

Lungo le rive dei fossi di Tor Carbone e dell'Annunziatella la vegetazione è particolarmente rigogliosa: è favorita da un suolo vulcanico molto fertile e da un clima più umido. Si osserva qui la tipica formazione ripariale con salici, pioppi, olmi ed equiseti, la vegetazione idrofila costituita dalla cannuccia di palude. Le formazioni a Typha latifolia, Phragmites australis e Juncus sp. sono le presenze di maggior pregio.
In tutta l’area permangono piccoli nuclei di vegetazione spontanea adattata a livelli di forte aridità nelle zone più lontane dai fossi: cespugli di ginestra e alaterno, specie erbacee annuali (leguminose e composite), o altre spinose poco apprezzate dagli animali. Sparsi piccoli gruppi arborei di lecci (Quercus ilex) e specie esotiche come robinie (Robinia pseudoacacia) ed eucalipti, (Eucalyptus camaldulensis) introdotti dall’uomo.

 

FAUNA

Il collegamento della zona di Tor Marancia con il Parco dell'Appia Antica favorisce un intenso scambio faunistico. I rilevamenti hanno evidenziato una carenza di specie di mammiferi, a causa della vicinanza dell'abitato e di una insufficiente copertura arborea. Pur tuttavia sono presenti alcune volpi, donnole, talpe e altri piccoli roditori. Nelle zone umide, che nel periodo tardo primaverile ospitano libellule e le ormai rare lucciole, è facile incontrare alcune specie di anfibi e rettili in netta diminuzione nella Campagna Romana per la sparizione degli habitat idonei: rane verdi, tritone punteggiato tra i primi (oltre i più comuni raganella e rospo), biscia dal collare tra i secondi (oltre i più comuni geco, ramarro, lucertola muraiola e campestre, biacco)...
Numerosissima l'avifauna, sia a livello di predatori (gheppio, nibbio bruno), che di passeriformi (merlo, pettirosso, passero, fringuello, ecc.), ed altri legati agli ambienti umidi come la gallinella d'acqua, la cannaiola e l’usignolo di fiume. Il gruccione ed il tarabusino sono le presenze più importanti essendo considerate specie rare.

Per approfondimenti sugli aspetti faunistici della zona umida nella Tenuta di Tor Marancia e sulla connettività ecologica con il resto del Parco dell'Appia, a cura del dott. Giovanni Mattias (formato pdf), clicca qui

Un nido di uccello in un vecchio tronco nel pioppeto,
probabilmente un picchio rosso maggiore.

Un paio di aironi si alzano in volo nella tenuta dal lato di via di Grottaperfetta
(foto febbraio 2000)

 

Per quanto riguarda il quadro storico, le prime tracce di insediamenti umani risalgono al periodo preistorico e sono state individuate nell’area prospiciente via di Grotta Perfetta.

PERIODO ROMANO

Numerose testimonianze, peraltro scarsamente indagate, documentano che questo territorio suburbano era destinato allo sfruttamento agricolo fin dall'epoca augustea mediante il sistema della villa rustica: vere e proprie aziende di proprietà di importanti personaggi dell'aristocrazia romana, efficientemente organizzate per la produzione agricola intensiva, in cui lavoravano gli schiavi del dominus. Al proprietario era riservata la parte residenziale dell'insediamento in cui non mancavano mai i bagni e le terme private, con importanti impianti di raccolta e conduzione delle acque. Alla classe aristocratica sicuramente apparteneva la famiglia dei Numisii, proprietaria di una di queste ville, nel cuore della Tenuta. 

Alcuni dei mosaici provenienti dalla villa dei Numisi, rinvenuti negli scavi del 1817-1820, esposti nella Galleria dei Candelabri presso i Musei Vaticani.

Alcune immagini degli scavi del 1992 della Villa dei Numisi, che sono stati in seguito rinterrati.

Esisteva quindi una estesa viabilità che aveva come assi principali le antiche vie Ardeatina e Laurentina con tutta una serie di strade minori a collegamento delle ville rustiche, tra cui l'attuale via di Grotta Perfetta. Di tali antichi percorsi rimane traccia diretta solo in alcuni punti (le "tagliate" stradali) e indiretta per la presenza di numerose necropoli che, come è noto, si trovavano ai margini delle importanti vie di collegamento al di fuori della città. L'uso sepolcrale dell'area ebbe inizio in età repubblicana (tombe a camera); invece tipiche del I sec a. C. sono le sepolture ad inumazione in fosse o incinerazione in olle. La necropoli venne utilizzata fino all'età di Traiano (II sec.d.C.). Questo intenso uso del territorio si mantenne tale anche con l'avvento del Cristianesimo, basti citare il complesso delle Catacombe di Domitilla, ai margini settentrionali della Tenuta e la catacomba scoperta nei pressi della Chiesa dell'Annunziatella, non ancora del tutto indagata. Testimonianze si trovano anche a metà fra le due catacombe che, se studiate, potrebbero restituire altre interessanti sorprese.

Per approfondimenti sulla storia degli scavi nella Tenuta di Tor Marancia, a cura della dott.ssa Mariacristina Masci (formato pdf), clicca qui

MEDIOEVO

Anche dopo l'età romana il territorio ha mantenuto intatta la propria vocazione agricola e gli insediamenti umani hanno continuato a rispettarne la struttura: i casali agricoli sono in un certo senso gli eredi degli insediamenti rustici romani, sui resti dei quali erano spesso costruiti. Le torri della Campagna Romana erano sorte numerose in età carolingia (sec.VIII-IX), come vedette di avvistamento per pirati saraceni; successivamente (sec.XII-XIV), con l'accendersi delle lotte baronali, acquisirono sempre maggiore importanza strategica, essendo poste a guardia di strade, crinali, fossi e di più o meno estese proprietà agricole. In alcuni casi erano gli stessi casali ad essere trasformati in fortificazioni militari munite di torre (come l'ormai scomparso casale di Tor Marancia). Al periodo medievale risalgono le prime indicazioni sul nome "Orto Perferie", che variamente storpiato nel corso dei secoli successivi, è divenuto definitivamente "Gripta Perfecta" nel sec.XIV. Il nome Tor Marancia invece appare prima del '500, probabilmente per deformazione del nome Amaranthus, liberto romano proprietario di alcuni fondi. L'ubicazione delle torri e degli edifici disseminati nella Tenuta è stata possibile grazie allo studio di mappe barocche e rinascimentali del luogo, divenuto nel 1481 proprietà dell' Ospedale del S. Salvatore; tuttavia delle numerose torri rimane solo l'attuale Tor Marancia. I casali invece, malgrado alcuni siano stati pesantemente modificati inglobati nel tessuto urbano, sono ancora legati al paesaggio. La zona divenne meta di pellegrinaggi fin dal sec.XVI, quando cioè S. Filippo Neri inserì la chiesa dell'Annunziatella (sec.XIII) nel percorso devozionale delle Sette Chiese. Tale usanza si mantenne sino alla fine del sec.XVIII, quando venne preferito il Santuario della Madonna del Divino Amore.

 

URBANISTICA MODERNA E CONTEMPORANEA

Nel sec. XIX la vasta area della Tenuta era divisa in appezzamenti coltivati a vite, cereali e prati adibiti a pascolo. L'abitato, costituito da casali, mantenne sempre un carattere sparso. I proprietari erano Enti religiosi e famiglie nobili che manifestarono vivo interesse per le collezioni di opere dell'antichità. Dal brogliardo coevo alla mappa del Catasto Gregoriano redatta nel 1818 si descrive la tenuta essere a pascolo e seminativo e di proprietà della duchessa Marianna di Chablais (pur affidata in enfiteusi perpetua al conte Giuseppe Conti). La nobildonna di Casa Savoia (figlia e sorella rispettivamente dei re di Sardegna Vittorio Amedeo e Carlo Felice) era un’appassionata di antichità e fu incoraggiata all’acquisto della Tenuta dall’archeologo Luigi Biondi. Furono avviati degli scavi che si protrassero dal 1816 al 1823. Furono recuperati mosaici, affreschi, numerose epigrafi soprattutto funerarie. Alla morte della duchessa il materiale più pregiato confluì per testamento nelle raccolte vaticane, una ventina di cippi ed epigrafi restarono presso la casa della nobildonna (Palazzo Guglielmi di piazza Paganica 50 a Roma) dove sono murati in un cortile. Altri andarono dispersi. Lo scavo, finalizzato alla ricerca di opere di valore, fu piuttosto grossolano; ciononostante l’architetto Giuseppe Marini rilevò una pianta della sontuosa villa.


La pianta della villa rilevata dall'architetto Marini.


Il cortile di Palazzo Guglielmi, con (sotto) quel che resta dei cippi e delle antiche epigrafi murate intorno a questo arco

La rete viaria seguiva l'orografia del terreno e ricalcava percorsi più antichi. Costante era il flusso di pellegrini verso la Chiesa dell'Annunziatella e al Santuario del Divino Amore. Dopo il 1870 venne ripresa e protratta fino al periodo fascista la bonifica dell'Agro Romano e Pontino, ma ciò non compromise l'aspetto del nostro territorio: infatti esistevano zone paludose solo lungo i fossi; anzi l'opera di bonifica dette nuovo impulso all'attività agricola. Maggiori alterazioni invece furono causate dallo sfruttamento, ripreso nell'800, delle cave di pozzolana che hanno in parte distrutto i resti degli insediamenti antichi e medievali fino a modificare l'originaria morfologia. Le carte I.G.M. (Istituto Geografico Militare) dei primi decenni del‘900 mostrano ancora intatto il grande bacino imbrifero, articolato in tre fossi, che costituiva uno dei principali affluenti di sinistra del Tevere a sud di Roma. Ma l'urbanizzazione dell'area era già cominciata!

Nell'immagine qui sopra è visibile il bacino della Marrana di Grottaperfetta, così come si presentava alla metà degli anni '30. Subito a Nord della Tenuta è visibile il nucleo storico della Garbatella, già realizzato. Sono i palazzi della Garbatella i primi a sorgere all'inizio del secolo; al periodo fascista risalgono i primi lavori per la costruzione della via Cristoforo Colombo che doveva collegare il quartiere dell' E.U.R. all' area sud -occidentale del suburbio. La zona dell'attuale quartiere di Tor Marancia era originariamente occupata da un terreno paludoso su cui fin dal 1930 i poveri si costruirono una sorta di ghetto fatto di baracche. Queste vennero abbattute nel 1948 per costruire le attuali case popolari. L'espansione è poi proseguita lungo la via Cristoforo Colombo con il quartiere della Montagnola e lungo via di Grotta Perfetta con i comprensori congestionati e senza qualità di Roma 70 e Rinnovamento, a cavallo tra gli anni '70 e gli anni '80, e del Sogno, a fine anni '80. Ormai (1999) sono completati gli imponenti edifici tra via di Grotta Perfetta e via Benedetto Croce (vedi foto seguente).

Dunque nel giro di pochi decenni l'area ha radicalmente cambiato il suo aspetto, da abitato sparso, ad una serie di grandi insediamenti realizzati lungo le principali vie, le quali però hanno conservato l'aspetto e la portata originaria. D'altronde non potrebbe essere altrimenti, visto che per la maggior parte si tratta di vie di comunicazione storiche che non possono essere alterate. Allo stesso tempo sono stati cancellati gli sbocchi al Tevere dei tre fossi, ed uno di essi è sparito completamente.  

 

BIBLIOGRAFIA:
AA.VV.  Suburbio e Agro Romano nella zona SE – Roma 1981
DEL LUNGO S.  La Toponomastica archeologica nella provincia di Roma - 1998
VENTRIGLIA U. La geologia della città di Roma, Roma, 1971
ALESSANDRO MAZZA Ville, Casali e Tenute alle Sette Chiese. Note su alcuni aspetti edilizi
CARLA TAGLIAFERRI I Casali della Campagna Romana
LANDO BORTOLOTTI Roma fuori le mura, Bari 1988
G. CADOLINI  Il bonificamento dell’Agro Romano Roma 1901
L. QUILICI Vita e costumi dei Romani antichi: le strade viabilità tra Roma e Lazio, Roma 1990
GUARRERA GABRIELE MARIA  La via delle 7 chiese in Roma 1997
TOMASSETTI G. La Campagna Romana ed. 1979 voll. 2,5

 

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1999 WWF Gruppo Attivo Roma XI