RASSEGNA STAMPA SU TOR MARANCIA
tratta da "Il Messaggero"


CRONACA DI ROMA

Lunedì 22 Novembre 1999

Intervista a Grazia Francescato (Verdi)

«Tor Marancia? La sua difesa è la nostra bandiera»
di FERRUCCIO SANSA

«Tor Marancia? È sempre stata una delle nostre bandiere». Alla vigilia del voto di oggi in consiglio comunale che deciderà la sorte del grande complesso edilizio, parla Grazia Francescato, portavoce dei Verdi. Saranno proprio loro, gli ex compagni di partito del sindaco, l’ago della bilancia.
Onorevole Francescato, allora vi schiererete contro Rutelli?
«Voteremo a favore della delibera che prevede la tutela integrale».
Aria di crisi nella maggioranza?
«Il nostro appoggio al Sindaco non è in questione. Non carichiamo questa discussione di un eccessivo peso politico, parliamo piuttosto del merito».
Anche su questo sembrate avere idee diverse.
«Se la scelta è tra opzione zero e costruire due milioni di metri cubi, allora noi scegliamo la salvaguardia totale. Siamo contrari alle alluvioni di cemento, ma c’è un rischio...».
Il ricorso al Tar dei costruttori?

«Esatto. Non vorrei che si passasse dall’opzione zero, all’opzione tutto, che cioè alla fine ci trovassimo a dover costruire quattro milioni di metri cubi».
Sembrate un po’ indecisi tra la vostra anima ambientalista e la fedeltà alla giunta. È così?
«No. Noi abbiamo voluto che fosse avviata la procedura di valutazione di impatto ambientale, per capire gli effetti prodotti dal nuovo complesso, in particolare per quanto riguarda la mobilità. In quella zona il trasporto su ferro è stato trascurato, si è puntato quasi esclusivamente su quello privato».
Volete modificare il progetto?
«Bisogna sedersi a un tavolo e ridiscutere molte cose. Dobbiamo tutelare l’ambiente senza rischiare che alla fine si costruisca una lottizzazione ancora più vasta. Se non si può ottenere una tutela integrale dell’area di Tor Marancia, occorre almeno pensare a una riduzione dei volumi».
Eppure nel 1997 avevate appoggiato il progetto. Per questo Rutelli vi accusa di "tradimento".
«È un’accusa strumentale, noi abbiamo sempre lavorato per ridurre l’impatto del complesso. Dal 1997 comunque sono cambiate tante cose, anche il Sindaco allora era un verde».
Cos’è, una bocciatura di Rutelli ambientalista?
«Ci sono luci e ombre. La giunta ha fatto un buon lavoro sulle aree protette, sull’agro vincolato, ma mi pare che si sia un po’ seduta sulla questione della mobilità».
Verdi contro Rutelli? Ieri il sindaco è intervenuto su Tor Marancia, cercando di smorzare i toni: «La discussione e le decisioni che il consiglio comunale ha all’ordine del giorno sulle costruzioni previste - da circa 40 anni - dal piano regolatore nel comprensorio di Tor Marancia, sono importanti nel merito, ma vanno decisamente sdrammatizzate nelle loro implicazioni politiche. La vicenda è un caso a sé».
L’ultima parola però spetterà al Consiglio, la seduta si annuncia calda, con i comitati anti edificazione che si sono dati appuntamento in aula. Sembra comunque tramontata la possibilità che venga invertito l’ordine dei lavori per discutere prima una delibera di giunta favorevole alla lottizzazione, svuotando così di significato quella opposta di iniziativa popolare che chiede la salvaguardia totale dell’area. Un escamotage che avrebbe tolto le castagne dal fuoco alla maggioranza.

 

 

CRONACA DI ROMA

Martedì 23 Novembre 1999

L’insediamento mostro/Tutto rinviato in Campidoglio. Forse decadrà la delibera “popolare”: così si tornerebbe a discutere dei tagli alle cubature
Una maggioranza senza cemento
Tor Marancia, in attesa del voto si cerca la via di uscita per ritrovare unità

di ALESSANDRA SPINELLI


Niente maggioranza, niente opposizione, niente voto: in quattro ore di assise il Consiglio comunale ondeggia tra sfottò romanisti e drammatiche riunioni che svelano la spaccatura nella destra e nella sinistra. Tor Marancia? Dopo tre votazioni favorevoli nel ’95, ’96 e ’97, se ne riparlerà ancora. Per decidere come e quando, e questo dà il quadro della situazione politica in Campidoglio, sono stati necessari tre vertici di maggioranza, due di capigruppo e due voti d’aula. Alla fine per un solo tesserino elettronico, verosimilmente proprio quello del sindaco Rutelli che ha fermato gli schieramenti sul 24 a 23, si è deciso che mercoledì e giovedì si ridiscuterà la lottizzazione tra l’Ardeatina e Grotta Perfetta. Trenta sono le ore di dibattito richieste, 14 in deroga solo da An, durante le quali si affronteranno due delibere. Prima quella di iniziativa popolare, la famosa opzione zero che ha spaccato i poli, poi quella della Giunta, che chiede la valutazione d’impatto ambientale ipotizzando nuovi tagli di cubature. Solo domani si vedrà davvero chi è a favore dei due milioni di metri cubi a ridosso dell’Appia Antica.
Ieri intanto si è cercato di ricompattare sia la maggioranza che l’opposizione. Ma ogni tentativo è fallito, compreso quello di modificare l’ordine dei lavori e di portare al voto prima il testo di Giunta: un escamotage che avrebbe rasserenato la maggioranza. E invece nonostante la presenza dei tutor-tessitori in aula - la senatrice Claudia Rocchi arringava i Verdi capitolini, Gianfranco Fini e Francesco Storace cercavano di radunare il Polo mentre Antonio Tajani con Marco Verzaschi catechizzavano gli azzurri dopo una telefonata di Gianni Letta - gli schieramenti sono rimasti quelli di partenza: An, Rifondazione e i tormentati Verdi per il sì all’opzione zero, Forza Italia e Ccd con la maggioranza di governo per il no. Fuori da questi schemi un gruppetto di An - Baldoni, Fioretti, Mazzocchi e Germini - che potrebbe non essere allineato. Insomma un terremoto, con le Regionali che si avvicinano, mentre in piazza An e Rifondazione manifestavano insieme. Paradossalmente uniti negli ideali, ma divisi da cordoni di polizia e da transenne incatenate.
«Il Consiglio deve dare risposte chiare e quando decide, decide - chiarisce Francesco Rutelli alle 18 e 55 aprendo il dibattito anche davanti a Marco Pannella e Adriano Panatta, tra i meno presenti in aula - Non deve alimentare incertezze o sfiducia. Ai residenti della zona dobbiamo chiarire che non vedranno miglioramenti della viabilità o dei servizi se non nei quadranti di sviluppo urbanistici decisi. Non ci saranno altri fondi. Noi abbiamo già cancellato 57 milioni di metri cubi con la Variante di salvaguardia e il Piano delle certezze. Ma non posso prestarmi a un voto distruttivo di quanto fatto finora aprendo un contenzioso giuridico e un estenuante dibattito su dove costruire i milioni di metri cubi soppressi a Tor Marancia». Poi il discorso più politico: «Ci potrebbero essere conseguenze imprevedibili: è assurdo mettere all’autodistruzione la credibilità di tutti noi. Quando invece vorremmo vedere la stessa passione per rivendicare la lotta all’abusivismo sull’Appia Antica, l’esproprio e il risanamento della Caffarella». La bacchettata, si capisce, è per i Verdi. Ma ce n’è anche per An: «Come può, caro Fini, difendere gli abusivi e chiedere di radere al suolo i palazzi di chi ha diritto di costruire legittimamente?»
Fini non si fa pregare: «Caro Rutelli non te la devi prendere con l’opposizione ma con la tua maggioranza che non c’è più. Se fossi presidente del Consiglio, come tu aspiri ad essere, dovresti chiedere la fiducia e verificare se la maggioranza c’è o non c’è. Ti lanciamo la sfida: se c’è, non hai nulla da temere. Ma visto che non c’è, il Polo non ha nulla da temere politicamente». Il messaggio è per Forza Italia e Ccd. Da oggi però riprendono le trattative. I Ds - D’Alessandro e Morassut in testa - continueranno a cercare di convincere i Verdi coinvolgendoli magari in un ordine del giorno politico che "salvi" l’azione urbanistica del governo Rutelli. Ma la soluzione potrebbe essere tecnica: il segretario generale, su richiesta del capogruppo dei Democratici Simone Gargano, dovrà rispondere su alcuni quesiti procedurali della delibera di iniziativa popolare. E il parere potrebbe denunciare una serie di illegittimità che farebbero in sostanza decadere l’opzione zero. Con il risultato di sgonfiare le pregiudiziali politiche e di far entrare il Consiglio nel merito della lottizzazione.

CRONACA DI ROMA

Martedì 23 Novembre 1999

«Il sì dei Ds? Serve ad aiutare la cooperativa amica loro»

di FERRUCCIO SANSA

«Tor Marancia è una follia. Si vuole costruire una città grande come Ladispoli a ridosso del tratto urbano della Colombo: il traffico impazzirà», parola di Tony Augello, capogruppo di An in Campidoglio.
Augello, An si batte per l’ambiente e la sinistra appoggia chi vuole costruire a Tor Marancia. Che cosa succede, si sono invertite le parti?
«I Ds hanno quattrocentomila motivi per costruire, tanti quanti sono i metri cubi che devono essere edificati dalla cooperativa loro amica. E poi, insieme con il Sindaco, i Democratici di Sinistra vogliono conquistare la simpatia di alcuni imprenditori edili. Così la maggioranza si è spezzata».
La maggioranza è in difficoltà e ad aiutarla ci va proprio l’opposizione: Forza Italia sembra favorevole alla lottizzazione...
«Veramente non ha preso ancora una posizione ufficiale. Ne stiamo parlando».
E voi? Si dice che nel 1995 abbiate votato contro i due milioni di metri cubi soltanto perché ne volevate quattro...

«No, andate a vedere i verbali dei discorsi miei e di Rampelli. Noi abbiamo sempre creduto che sia assurdo costruire un insediamento di due milioni di metri cubi, per ventimila abitanti, in una zona che è già al collasso per quanto riguarda i trasporti. Per la qualità della vita sarà uno scempio».
Il progetto, però, è stato realizzato da un architetto molto noto come Gregotti. Non è una garanzia?
«La lottizzazione prevede diciotto torri e duecento palazzi, vi rendete conto? Se ne andranno 114 ettari di verde, in una zona di grande pregio da un punto di vista naturale e archeologico».
Va bene, ma il complesso è previsto dal Piano Regolatore del 1962. Chi risarcirà adesso i proprietari?
«Noi non vogliamo espropriare nessuno. Si potrebbe utilizzare il meccanismo delle compensazioni: il Comune concede ai proprietari in altre zone superfici edificabili equivalenti a quelle che non possono più essere utilizzate a Tor Marancia».
Facile a dirsi, ma in quali zone?
«Fuori del Grande Raccordo Anulare lo spazio non manca. Ma non basta...».
Che cosa intende dire?
«Bisogna rivedere la tipologia delle costruzioni. Le case devono essere più basse, evitiamo di costruire torri, ce ne sono già abbastanza. E poi Tor Marancia è una lottizzazione senza senso: poco attraente per chi cerca una bella casa e troppo cara per quelle 30.000 famiglie che a Roma sono ancora senza casa».

 

 

CRONACA DI ROMA

Mercoledì 24 Novembre 1999

Tor Marancia, oggi si torna in aula. Illegittima la delibera popolare

Tor Marancia aspetterà ancora. Il Consiglio comunale oggi alle 15, probabilmente dovrà prima confrontarsi su un altro testo, altrettanto esplosivo. Sei pagine scritte dal segretario generale del Comune Vincenzo Gagliani Caputo che, su richiesta del capogruppo dei Democratici, Simone Gargano, ha formulato un parere se non di formale almeno di sostanziale illegittimità della delibera di iniziativa popolare che chiede di azzerare la lottizzazione a Tor Marancia. O più chiaramente sarebbe illegittimo da parte del Consiglio votare un testo non regolamentare.
Un articolato complesso quello del segretario generale: tutti i partiti si sono rivolti a un avvocato. Perchè Gagliani Caputo ha sottolineato non solo che questa delibera «qualora impugnata, potrebbe essere dichiarata illegittima» per alcuni difetti sostanziali come l'eccesso di potere per non aver tenuto conto di atti precedenti come la Variante di salvaguardia e il Piano delle certezze, e per carenza di motivazioni di cui l’opzione zero avrebbe bisogno. Ma soprattutto nel testo si sottolinea che, se questa delibera dichiarata illegittima dovesse passare, in caso di ricorsi dei costruttori, sarebbero i consiglieri comunali a dover pagare, e soldi veri, in prima persona. Il linguaggio è quello giuridico, ma questo è quanto hanno recepito gli eletti. Ed è stato un vespaio. Perché quella che poteva essere un tentativo di soluzione tecnica - nella relazione si capisce che il Consiglio potrebbe discutere la delibera fino a febbraio - ha invece riacceso il clima politico. E sono andati a farsi benedire ogni possibile accordo politico coi Verdi e Prc a fronte della sfida lanciata da Fini.
«Poteva essere manifestato prima questo parere - riflette pacato, il capogruppo Ds Antonio Rosati - ma comunque da sempre i consiglieri sono responsabili dei loro atti e ne sono consapevoli. Mi sembra che rimarcarlo sia fuori dal tempo e dallo spazio. Nessuna pressione: noi vogliamo che il confronto sia alla luce del sole e che ognuno voti con trasparenza». «E’ un parere ad orologeria fatto esplodere a dibattito iniziato. Restiamo sbalorditi su questo parere chiesto dal ventriloquo del sindaco Gargano - sottolineano Augello e Marsilio, capogruppo e vicecapogruppo di An - Nessuno è stato mai perseguitato soprattutto in assenza di convenzioni stipulate o concessioni rilasciate». «E’ un atto intimidatorio nei confronti del Consiglio. Se non ci saranno rettifiche o ripensamenti, il problema da tecnico diventerà politico» arringa il segretario di Rifondazione comunista Patrizia Sentinelli. «Sembra incredibile che questa nota arrivi adesso. Un tale atto inquina il dibattito. Noi lavoreremo per un voto libero» dichiara il capogruppo dei Verdi Dario Esposito, che tra l’altro è anche coordinatore della maggioranza.
Cosa accadrà davvero oggi, è tutto da vedere. L’asse An-Prc-Verdi, decisi a votare l’opzione zero, sembra reggere. Certo molti sono stati i contatti e gli appelli e nel gruppo del Sole che ride si percepisce sempre di più l’imbarazzo: molti dei Verdi vorrebbero più discutere del merito di Tor Marancia. Sull’altro fronte ancora non si è capito bene cosa faranno Forza Italia e Ccd. Se cioè ha fatto breccia l’appello di Fini o no alla compattezza del Polo: oggi e domani si vedrà in aula chi voterà per la lottizzazione.

A.Spi.

 

 

CRONACA DI ROMA

Giovedì 25 Novembre 1999

Il parere d’illegittimità sulla delibera non ferma il Consiglio. Il ds Rosati: maggioranza unita
Tor Marancia, si va verso lo scontro

Tor Marancia, si vota. Oggi pomeriggio il Consiglio comunale dovrà infatti esprimere il proprio parere sulla delibera di iniziativa popolare che propone la cancellazione della lottizzazione di Tor Marancia, oltre due milioni di metri cubi a ridosso del Parco dell’Appia Antica. Una delibera che ha spaccato i poli: se infatti Verdi e Prc voteranno con An a favore dell’opzione zero, Forza Italia e Ccd si dovrebbero schierare con la maggioranza capitolina esprimendo il loro parere contrario. Sarà dunque scontro duro e per tre, al massimo quattro voti, l’amministrazione Rutelli rischia per la prima volta di essere sfiduciata. E’ questo quello che ha chiesto Fini, lunedì in aula. Contro questa sfiducia si battono i Ds, che fino al’ultimo tenteranno di trovare una mediazione. «Il presidente di An ha lanciato una sfida alla maggioranza, con le sue bordate ha fatto della lottizzazione di Tor Marancia un caso politico. Ai Verdi e a Rifondazione chiedo unità: non facciamo che il voto sulla lottizzazione vanifichi la nostra unità amministrativa. Non cadrà la Giunta, ma guardarci in faccia, dopo, sarà più difficile». E’ l’ultimo, accorato appello che Antonio Rosati, capogruppo dei Democratici di sinistra. «Il Polo sarà unito. Metterà in luce tutte le contraddizioni della maggioranza e fermerà la lottizzazione di Tor Marancia» assicura il capogruppo di An, Antonio Augello, che coi colleghi Rampelli e Marsilio da anni si batte contro i palazzi tra l’Ardeatina e Grotta Perfetta.
Dunque, al voto. Il parere di illegittimità formulato dal segretario generale del Comune, Vincenzo Gagliani Caputo, sulla delibera di iniziativa popolare, non ha fermato i consiglieri. Anzi: a fronte della sottolineatura giuridica della responsabilità diretta dei loro atti - risponderebbero in solido in caso di ricorsi dei costruttori - nell’animata seduta di ieri, presente anche Pannella, gli eletti hanno deciso che il parere fosse allegato alla stessa delibera. E poi, mentre i deputati Verdi Paolo Cento e Massimo Scalia presentavano una interrogazione al ministro degli Interni («è una grave limitazione politica del Consiglio») hanno cominciato la discussione. «Gagliani Caputo forse è stanco: è anche un attivo consigliere d’amministrazione dell’Opera» attacca Augello. «Il segretario - replica Rosati - è persona di tale rigore che è fuori da qualsiasi sospetto. Si voti in aula, con trasparenza. Come Ds rimandiamo ad An l’accusa di votare contro per proteggere alcuni costruttori. E’ un attacco basso, e sono stupito venga da Augello che stimo. Personalmente ignoro quanto le Cooperative abbiano da costruire. Ma difendo il diritto di completare la nostra azione amministrativa che con la variante di salvaguardia ha fatto del comune di Roma il più verde d’Europa e con il piano delle certezze ha dato la certezza del diritto di costruire a tutti gli imprenditori romani».
Cosa accadrà davvero in aula è però arduo capirlo in anticipo. Di sicuro ci sarà il pienone, i segretari regionali dei partiti, i comitati di quartiere. Qualche consigliere potrebbe far mancare il numero legale, qualcun altro potrebbe astenersi. Una forza trasversale che potrebbe essere determinante per uno o l’altro fronte.

 

 

CRONACA DI ROMA

Venerdì 26 Novembre 1999

L’insediamento-mostro/ Respinta la delibera di iniziativa popolare che chiedeva il blocco totale della maxicolata di cemento
Un solo voto salva la lottizzazione
Tor Marancia: la maggioranza chiama anche i malati e vince con l’aiuto di Forza Italia

di CARLO ROMANO

«Buffoni, buffoni, buffoni»: nell’aula Giulio Cesare esplode alle 22 e 45 la rabbia del pubblico. Dopo quasi sette ore di Consiglio comunale, la delibera di iniziativa popolare, che chiedeva di cancellare la lottizzazione di Tor Marancia, è stata respinta. E per un solo voto: 27 no, 26 sì, segna il tabellone luminoso. Una votazione drammatica che ha spaccato centrosinistra e centrodestra. Alla fine quell’unico voto - quello di Ugo Sodano, passato dal Ppi a Forza Italia una settimana fa - ha salvato non solo due milioni di metri cubi della maxi-lottizzazione sul parco dell’Appia Antica. Ha soprattutto evitato che la coalizione del governo Rutelli andasse in minoranza per la prima volta dopo sei anni. O meglio, che vi andasse palesemente, visto che comunque, nella battaglia dei numeri, persi quelli di Rifondazione comunista e Verdi che si sono schierati con An per il no, la maggioranza ha dovuto correre ai ripari. Sono stati convocati da casa gli assenti: la diessina Daniela Monteforte, che ha sorretto il centrosinistra arrivando con le stampelle per una gamba fratturata, e Giovanni Azzaro, che della maggioranza non è, ma ha votato no.
Ma se la coalizione di governo non si è ricompattata neanche per la sfida politica di Gianfranco Fini, il Polo pure è rimasto spaccato: Forza Italia e Ccd hanno annunciato il no, ma dopo una telefonata di Berlusconi hanno lasciato l’aula. Tutti, ad eccezione di Sodano. Un segnale forte, anche di quanto la politica nazionale pesi su Roma. Basti guardare i Verdi. Dilaniati tra governo e ambientalismo, hanno interpellato fino all’ultimo Grazia Francescato e Massimo Scalia: ma i due esponenti hanno ribadito la linea dura. E dire che la battaglia sui palazzi di Tor Marancia deve ancora cominciare: la Regione Lazio sulla lottizzazione deve dare la Valutazione d’impatto ambientale prima di far porre una sola pietra. Tempi lunghi. Vicine sono invece le elezioni regionali e questi strappi potrebbero portare nuove alleanze e candidature.
Alle 19 è Franco Frattini, parlamentare e consigliere di Forza Italia, a far svoltare il Consiglio: «Registriamo la lacerazione della maggioranza, per l’opposizione sarebbe un’occasione dare il colpo di grazia al governo del Campidoglio. Ma dobbiamo pensare prima di tutto alla certezza del diritto: noi non votiamo una delibera che il segretario generale ha giudicato illegittima». Un colpo, Storace è nero, si formano capannelli, volano parole grosse. Frattini è intercettato da Fini: «Tutto bene - sibila il presidente di An - ma ti è chiaro che potremmo mandare a casa questa gente?» Forse non subito, ma mentre Pannella dichiara la sua astensione, Berlusconi lo chiama: «Non strappiamo troppo con An, meglio uscire». E Forza Italia abbandona l’aula. I Ccd? Fuori pure loro. L’aula fibrilla. Il conto dei voti alle 20 è 24 per il no, compreso il sindaco ovviamente e 26 per il sì con Giannini dell’Ms-Fiamma tricolore. Nuovo valzer di telefonate, la maggioranza chiama Azzaro e Monteforte. E’ parità, la delibera sarebbe tecnicamente non approvata, ma alla fine spunta Sodano.
«E’ una vittoria di Pirro perchè la maggioranza si è dissolta sull’urbanistica- attacca Fini - Forza Italia e Ccd si sono assunti la responsabilità di non infliggere a Rutelli una sconfitta che avrebbe avuto serie conseguenze politiche. I motivi? Politicamente deboli». «Prendiamo atto senza inutili drammatizzazioni - dicono il capogruppo e il portavoce dei Verdi, Esposito e Di Francia - Sul merito continueremo a lavorare per salvare quel territorio». «La battaglia continua- sottolinea Patrizia Sentinelli, leader romano di Prc - La maggioranza? Non ci sono problemi politici».

 

 

CRONACA DI ROMA

Venerdì 26 Novembre 1999

L’URBANISTA

«Una speculazione contro ogni logica»

«Perché il Comune si ostina a voler costruire a Tor Marancia? Questa storia resta oscura, ci sono interessi forti che non si riescono a ostacolare. Quella lottizzazione è contro ogni logica», Vezio De Lucia, urbanista di fama e in passato assessore del sindaco di Napoli, Bassolino, non lo ha mai nascosto: il complesso di Tor Marancia non gli va giù.
Professore, il Campidoglio sostiene che la decisione era già stata presa nel piano regolatore del 1962, che non si poteva cambiare...
«La Giunta si vanta di aver tagliato milioni di metri cubi rispetto a quanto previsto dal piano, perché non ha fatto lo stesso anche a Tor Marancia?».
Dicono che i costruttori ormai avevano un diritto acquisito. È d’accordo?
«Altrove le lottizzazioni sono state eliminate, mentre si è deciso di lasciare proprio Tor Marancia che provocherebbe danni irrecuperabili».
Quali?
«Primo: la campagna laggiù è di una bellezza insuperabile. È incontaminata. Ci mostra come era Roma prima di Roma».
La nuova lottizzazione costringerebbe 20.000 persone a prendere l’auto, appesantendo il traffico soprattutto sulla Colombo...
«E’ proprio così. Si era detto di assumere il criterio del trasporto su ferro come indice per definire dove si poteva ancora costruire. Ma a Tor Marancia il trasporto su ferro non c’è. Si era pensato a un’improbabile tramvia, ma era una soluzione per giustificare a ogni costo la lottizzazione».
Va bene, niente lottizzazione, ma voi che cosa proponete?
«Bisognerebbe aspettare, discutere la sorte di quell’area splendida nell’ambito del nuovo piano regolatore. Invece il Campidoglio è stato preso da una fretta incomprensibile. Non è ancora detta, però, l’ultima parola: la Sovrintendenza potrebbe bloccare il progetto, perché Tor Marancia è zona vincolata».

F.Sa.

 

CRONACA DI ROMA

Venerdì 26 Novembre 1999

Sullo stesso argomento il Polo andò compatto bocciando la speculazione.
Quando alla Provincia anche FI disse no

Quando la mano destra non sa quello che fa la sinistra. Forse i politici romani hanno pensato di mettere in pratica il precetto evangelico: i partiti, che ieri in Campidoglio hanno deciso di appoggiare la costruzione del nuovo complesso di Tor Marancia (votando o uscendo dall’aula), sette mesi fa avevano votato in Provincia un ordine del giorno che chiedeva di fermare tutto, di realizzare un parco invece dei palazzi.
Era il 6 aprile scorso quando il consiglio provinciale votò all’unanimità (cioè anche con i voti favorevoli di Forza Italia e dei Democratici di Sinistra) un ordine del giorno che impegnava «il presidente della provincia Silvano Moffa (An) e gli assessori a porre in essere ogni iniziativa utile per scongiurare questo ennesimo scempio, pronunciandosi nei confronti del Comune di Roma a tutela di un patrimonio di inestimabile valore». Sì, parlavano di «scempio», di «patrimonio di inestimabile valore».
Ma non basta, lo stesso ordine del giorno chiedeva che la Provincia si impegnasse «nei confronti della Regione Lazio per l’ampliamento del Parco dell’Appia Antica a tutta l’area minacciata dall’edificazione». Insomma, la stessa identica richiesta che ieri è stata bocciata in Comune, anche se per un solo voto, proprio quello di un esponente di Forza Italia.
«Io non ricordo la questione, forse i consiglieri comunali che hanno approvato la lottizzazione hanno potuto consultare il progetto», dice Achille Ricci, capogruppo di Forza Italia in provincia.

F.Sa.

 

 

CRONACA DI ROMA

Sabato 27 Novembre 1999

Tor Marancia/Il futuro dell’insediamento-mostro dopo il no alla delibera che chiedeva l’annullamento del progetto
«La lottizzazione si può bloccare»
L’assessore Bonadonna: l’area è vincolata, i Beni culturali devono dare l’okay

di FERRUCCIO SANSA

«Tor Marancia? Non è detta l’ultima parola. La lottizzazione potrebbe ancora essere bloccata». Mentre parla, Salvatore Bonadonna, assessore regionale all’urbanistica, guarda quella macchia verde davanti alla finestra del suo ufficio. Sono proprio lì, sotto i suoi occhi, i 220 ettari di Tor Marancia.
Assessore, tra qualche anno che cosa si vedrà dalla sua finestra?
«Non so. Certo ci sono ancora due passaggi prima che la lottizzazione sia definitivamente approvata. Prima di tutto c’è la commissione del ministero dei Beni Culturali che dovrà valutare se il nuovo complesso può essere costruito in quell’area vincolata per il suo valore ambientale e archeologico».
Quella che aveva già espresso un parere negativo nei confronti della lottizzazione?
«Sì, la commissione aveva espresso un parere preliminare dicendo che due milioni di metri cubi sembrano troppi per un’area come Tor Marancia».
Se la commissione approvasse il progetto, la parola passerebbe alle gru e ai cantieri?
«No. Bisogna aspettare anche il giudizio dell’assessorato all’Ambiente della Regione che dovrà giudicare sull’impatto ambientale del complesso progettato dall’architetto Gregotti. E poi l’assessorato all’Urbanistica dovrà esprimere un parere in materia paesistica e di viabilità».
Se lei fosse uno scommettitore su cosa punterebbe: a Tor Marancia si costruirà?
«Non saprei e comunque non tocca a me dirlo perché sono parte in causa».
Eppure il suo giudizio sulla lottizzazione è molto netto...
«Certo, sono contrario, ma la mia valutazione si basa sulle norme vigenti. Non è di tipo politico. Innanzi tutto c’è il valore archeologico ed ambientale dell’area. Ma non solo: pensate all’effetto che provocherebbe sulla circolazione di via di Grotta Perfetta e della Colombo un quartiere nuovo con 20.000 abitanti».
Si era parlato dell’archeotram...
«Era una soluzione per giustificare a ogni costo la lottizzazione».
Ma ci sono ancora margini per cambiare idea?
«Il Comune respingendo la delibera di iniziativa popolare e quindi dando un ulteriore via libera alla lottizzazione ha perso una importante occasione di ripensare la sua politica urbanistica».
Se Tor Marancia fosse bocciata, però, i costruttori farebbero ricorso e forse si rischierebbe di dover costruire quattro milioni di metri cubi, invece di due. È d’accordo?
«No. Il Comune ha approvato legittimamente la variante di salvaguardia per cui non si può tornare indietro, a un piano regolatore pensato per una città di sei milioni di abitanti».
Va bene, ma ci sono ancora alternative?
«C’è il meccanismo delle compensazioni, per esempio. Il costruttore che non può più edificare su un terreno viene risarcito con altri terreni edificabili situati in altre zone».
Quali, per esempio?
«Non ne ho la minima idea. Se ci fosse il nuovo piano regolatore tutto sarebbe più facile, ma dopo sei anni il Comune non lo ha ancora approvato».
Ma il nuovo piano regolatore ormai è in dirittura di arrivo...
«A Napoli in quattro anni Vezio De Lucia ha concluso il piano della città. A Roma sono indispensabili regole certe, sulle quali tutti possano fare affidamento. Altrimenti il Comune, come è successo per Tor Marancia, è costretto a cedere alle pressioni e a contrattare».

 

 

CRONACA DI ROMA

Sabato 27 Novembre 1999

IL CHIARIMENTO DOPO LA TEMPESTA

An contro gli alleati di Forza Italia
Rifondazione: «Nuova delibera»

«Nei giorni prossimi bisognerà fare chiarezza», Antonio Rosati, capogruppo dei Ds in comune, non ha dubbi. Ma il bisogno di chiarezza potrebbe essere esteso a tutti in Campidoglio. All’indomani del tormentato voto in consiglio comunale su Tor Marancia vincitori e vinti si leccano le ferite. Una cosa è certa: dopo lo scontro dei giorni scorsi gli equilibri in Campidoglio non potranno più essere gli stessi. «La maggioranza capitolina, senza confondere i propri voti con quelli di vari settori del Polo, e senza il sostegno dei Verdi e di Rifondazione, ha vinto questa battaglia a difesa della programmazione degli impegni presi», canta vittoria Antonio Rosati. Ma certo è una vittoria parziale. E’ è andata peggio all’opposizione, sconfitta e divisa. Nonostante tutto Francesco Storace, presidente della federazione romana di An cerca di galvanizzare le sue truppe ringraziandole per «la straordinaria prova di compattezza». Non poteva, però, mancare un attacco duro a Forza Italia e Ccd: «Siamo profondamente amareggiati per l’atteggiamento degli alleati del Polo. Forza Italia e il Ccd hanno rinnegato se stessi consentendo a Rutelli un salvataggio che sa di Prima Repubblica», rincara la dose Fabio Rampelli, coordinatore regionale di An. Replica a stretto giro di posta Marco Di Stefano, segretario romano del Ccd: «Abbiamo cercato di fare un’opposizione che fosse garante delle regole del gioco e dei diritti». Interviene anche Marco Verzaschi, coordinatore romano di Forza Italia: «L’atteggiamento scelto da Forza Italia e dal Ccd non contraddice le ragioni della nostra alleanza con An, ma al contrario le dovrà rafforzare». Appena il giorno prima il suo collega di partito Franco Frattini aveva però motivato l’astensionismo di Forza Italia sostenendo che la delibera di iniziativa popolare era illeggittima.
Tempi duri a destra, ma il chiarimento nel centrosinistra si preannuncia altrettanto complesso: Patrizia Sentinelli, segretario romano di Rifondazione, preannuncia già che ripresenterà al consiglio una delibera di contenuto analogo a quella appena respinta. Poi ci sono i Verdi, combattuti fino all’ultimo tra le istanze ambientaliste e la fedeltà alla coalizione, tanto che qualcuno aveva ipotizzato un passaggio di alcuni consiglieri Verdi nelle file dei Democratici. Non sarà così. «Ci è dispiaciuto vedere la maggioranza divisa», commenta Silvio Di Francia, «ma siamo orgogliosi della battaglia che abbiamo sostenuto. Il voto ha dimostrato che il peso di quell’insediamento è insostenibile».

F.Sa.

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