RASSEGNA STAMPA SU
TOR MARANCIA
CRONACA DI ROMA |
Lunedì 22 Novembre 1999 |
Intervista a Grazia Francescato (Verdi)
«Tor
Marancia? La sua difesa è la nostra bandiera»
di FERRUCCIO SANSA
«Tor Marancia? È sempre stata una delle nostre bandiere».
Alla vigilia del voto di oggi in consiglio comunale che deciderà la sorte del
grande complesso edilizio, parla Grazia Francescato, portavoce dei Verdi.
Saranno proprio loro, gli ex compagni di partito del sindaco, l’ago della
bilancia.
Onorevole Francescato, allora vi schiererete contro Rutelli?
«Voteremo a favore della delibera che prevede la tutela integrale».
Aria di crisi nella maggioranza?
«Il nostro appoggio al Sindaco non è in questione. Non carichiamo questa
discussione di un eccessivo peso politico, parliamo piuttosto del merito».
Anche su questo sembrate avere idee diverse.
«Se la scelta è tra opzione zero e costruire due milioni di metri cubi, allora
noi scegliamo la salvaguardia totale. Siamo contrari alle alluvioni di cemento,
ma c’è un rischio...».
Il ricorso al Tar dei costruttori?
«Esatto. Non vorrei che si passasse dall’opzione zero, all’opzione tutto,
che cioè alla fine ci trovassimo a dover costruire quattro milioni di metri
cubi».
Sembrate un po’ indecisi tra la vostra anima ambientalista e la fedeltà
alla giunta. È così?
«No. Noi abbiamo voluto che fosse avviata la procedura di valutazione di
impatto ambientale, per capire gli effetti prodotti dal nuovo complesso, in
particolare per quanto riguarda la mobilità. In quella zona il trasporto su
ferro è stato trascurato, si è puntato quasi esclusivamente su quello privato».
Volete modificare il progetto?
«Bisogna sedersi a un tavolo e ridiscutere molte cose. Dobbiamo tutelare
l’ambiente senza rischiare che alla fine si costruisca una lottizzazione
ancora più vasta. Se non si può ottenere una tutela integrale dell’area di
Tor Marancia, occorre almeno pensare a una riduzione dei volumi».
Eppure nel 1997 avevate appoggiato il progetto. Per questo Rutelli vi accusa
di "tradimento".
«È un’accusa strumentale, noi abbiamo sempre lavorato per ridurre
l’impatto del complesso. Dal 1997 comunque sono cambiate tante cose, anche il
Sindaco allora era un verde».
Cos’è, una bocciatura di Rutelli ambientalista?
«Ci sono luci e ombre. La giunta ha fatto un buon lavoro sulle aree protette,
sull’agro vincolato, ma mi pare che si sia un po’ seduta sulla questione
della mobilità».
Verdi contro Rutelli? Ieri il sindaco è intervenuto su Tor Marancia, cercando
di smorzare i toni: «La discussione e le decisioni che il consiglio comunale ha
all’ordine del giorno sulle costruzioni previste - da circa 40 anni - dal
piano regolatore nel comprensorio di Tor Marancia, sono importanti nel merito,
ma vanno decisamente sdrammatizzate nelle loro implicazioni politiche. La
vicenda è un caso a sé».
L’ultima parola però spetterà al Consiglio, la seduta si annuncia calda, con
i comitati anti edificazione che si sono dati appuntamento in aula. Sembra
comunque tramontata la possibilità che venga invertito l’ordine dei lavori
per discutere prima una delibera di giunta favorevole alla lottizzazione,
svuotando così di significato quella opposta di iniziativa popolare che chiede
la salvaguardia totale dell’area. Un escamotage che avrebbe tolto le castagne
dal fuoco alla maggioranza.
CRONACA DI ROMA |
Martedì 23 Novembre 1999 |
L’insediamento
mostro/Tutto rinviato in Campidoglio. Forse decadrà la delibera “popolare”:
così si tornerebbe a discutere dei tagli alle cubature
Una
maggioranza senza cemento
Tor Marancia, in attesa del
voto si cerca la via di uscita per ritrovare unità
di ALESSANDRA SPINELLI
Niente maggioranza, niente opposizione, niente voto: in quattro ore di assise il
Consiglio comunale ondeggia tra sfottò romanisti e drammatiche riunioni che
svelano la spaccatura nella destra e nella sinistra. Tor Marancia? Dopo tre
votazioni favorevoli nel ’95, ’96 e ’97, se ne riparlerà ancora. Per
decidere come e quando, e questo dà il quadro della situazione politica in
Campidoglio, sono stati necessari tre vertici di maggioranza, due di capigruppo
e due voti d’aula. Alla fine per un solo tesserino elettronico, verosimilmente
proprio quello del sindaco Rutelli che ha fermato gli schieramenti sul 24 a 23,
si è deciso che mercoledì e giovedì si ridiscuterà la lottizzazione tra l’Ardeatina
e Grotta Perfetta. Trenta sono le ore di dibattito richieste, 14 in deroga solo
da An, durante le quali si affronteranno due delibere. Prima quella di
iniziativa popolare, la famosa opzione zero che ha spaccato i poli, poi quella
della Giunta, che chiede la valutazione d’impatto ambientale ipotizzando nuovi
tagli di cubature. Solo domani si vedrà davvero chi è a favore dei due milioni
di metri cubi a ridosso dell’Appia Antica.
Ieri intanto si è cercato di ricompattare sia la maggioranza che
l’opposizione. Ma ogni tentativo è fallito, compreso quello di modificare
l’ordine dei lavori e di portare al voto prima il testo di Giunta: un
escamotage che avrebbe rasserenato la maggioranza. E invece nonostante la
presenza dei tutor-tessitori in aula - la senatrice Claudia Rocchi arringava i
Verdi capitolini, Gianfranco Fini e Francesco Storace cercavano di radunare il
Polo mentre Antonio Tajani con Marco Verzaschi catechizzavano gli azzurri dopo
una telefonata di Gianni Letta - gli schieramenti sono rimasti quelli di
partenza: An, Rifondazione e i tormentati Verdi per il sì all’opzione zero,
Forza Italia e Ccd con la maggioranza di governo per il no. Fuori da questi
schemi un gruppetto di An - Baldoni, Fioretti, Mazzocchi e Germini - che
potrebbe non essere allineato. Insomma un terremoto, con le Regionali che si
avvicinano, mentre in piazza An e Rifondazione manifestavano insieme.
Paradossalmente uniti negli ideali, ma divisi da cordoni di polizia e da
transenne incatenate.
«Il Consiglio deve dare risposte chiare e quando decide, decide - chiarisce
Francesco Rutelli alle 18 e 55 aprendo il dibattito anche davanti a Marco
Pannella e Adriano Panatta, tra i meno presenti in aula - Non deve alimentare
incertezze o sfiducia. Ai residenti della zona dobbiamo chiarire che non
vedranno miglioramenti della viabilità o dei servizi se non nei quadranti di
sviluppo urbanistici decisi. Non ci saranno altri fondi. Noi abbiamo già
cancellato 57 milioni di metri cubi con la Variante di salvaguardia e il Piano
delle certezze. Ma non posso prestarmi a un voto distruttivo di quanto fatto
finora aprendo un contenzioso giuridico e un estenuante dibattito su dove
costruire i milioni di metri cubi soppressi a Tor Marancia». Poi il discorso più
politico: «Ci potrebbero essere conseguenze imprevedibili: è assurdo mettere
all’autodistruzione la credibilità di tutti noi. Quando invece vorremmo
vedere la stessa passione per rivendicare la lotta all’abusivismo sull’Appia
Antica, l’esproprio e il risanamento della Caffarella». La bacchettata, si
capisce, è per i Verdi. Ma ce n’è anche per An: «Come può, caro Fini,
difendere gli abusivi e chiedere di radere al suolo i palazzi di chi ha diritto
di costruire legittimamente?»
Fini non si fa pregare: «Caro Rutelli non te la devi prendere con
l’opposizione ma con la tua maggioranza che non c’è più. Se fossi
presidente del Consiglio, come tu aspiri ad essere, dovresti chiedere la fiducia
e verificare se la maggioranza c’è o non c’è. Ti lanciamo la sfida: se
c’è, non hai nulla da temere. Ma visto che non c’è, il Polo non ha nulla
da temere politicamente». Il messaggio è per Forza Italia e Ccd. Da oggi però
riprendono le trattative. I Ds - D’Alessandro e Morassut in testa -
continueranno a cercare di convincere i Verdi coinvolgendoli magari in un ordine
del giorno politico che "salvi" l’azione urbanistica del governo
Rutelli. Ma la soluzione potrebbe essere tecnica: il segretario generale, su
richiesta del capogruppo dei Democratici Simone Gargano, dovrà rispondere su
alcuni quesiti procedurali della delibera di iniziativa popolare. E il parere
potrebbe denunciare una serie di illegittimità che farebbero in sostanza
decadere l’opzione zero. Con il risultato di sgonfiare le pregiudiziali
politiche e di far entrare il Consiglio nel merito della lottizzazione.
CRONACA DI ROMA |
Martedì 23 Novembre 1999 |
«Il sì dei Ds? Serve ad aiutare la cooperativa amica loro»
di FERRUCCIO SANSA
«Tor Marancia è una follia. Si vuole costruire una città grande come
Ladispoli a ridosso del tratto urbano della Colombo: il traffico impazzirà»,
parola di Tony Augello, capogruppo di An in Campidoglio.
Augello, An si batte per l’ambiente e la sinistra appoggia chi vuole
costruire a Tor Marancia. Che cosa succede, si sono invertite le parti?
«I Ds hanno quattrocentomila motivi per costruire, tanti quanti sono i metri
cubi che devono essere edificati dalla cooperativa loro amica. E poi, insieme
con il Sindaco, i Democratici di Sinistra vogliono conquistare la simpatia di
alcuni imprenditori edili. Così la maggioranza si è spezzata».
La maggioranza è in difficoltà e ad aiutarla ci va proprio l’opposizione:
Forza Italia sembra favorevole alla lottizzazione...
«Veramente non ha preso ancora una posizione ufficiale. Ne stiamo parlando».
E voi? Si dice che nel 1995 abbiate votato contro i due milioni di metri cubi
soltanto perché ne volevate quattro...
«No, andate a vedere i verbali dei discorsi miei e di Rampelli. Noi abbiamo
sempre creduto che sia assurdo costruire un insediamento di due milioni di metri
cubi, per ventimila abitanti, in una zona che è già al collasso per quanto
riguarda i trasporti. Per la qualità della vita sarà uno scempio».
Il progetto, però, è stato realizzato da un architetto molto noto come
Gregotti. Non è una garanzia?
«La lottizzazione prevede diciotto torri e duecento palazzi, vi rendete conto?
Se ne andranno 114 ettari di verde, in una zona di grande pregio da un punto di
vista naturale e archeologico».
Va bene, ma il complesso è previsto dal Piano Regolatore del 1962. Chi
risarcirà adesso i proprietari?
«Noi non vogliamo espropriare nessuno. Si potrebbe utilizzare il meccanismo
delle compensazioni: il Comune concede ai proprietari in altre zone superfici
edificabili equivalenti a quelle che non possono più essere utilizzate a Tor
Marancia».
Facile a dirsi, ma in quali zone?
«Fuori del Grande Raccordo Anulare lo spazio non manca. Ma non basta...».
Che cosa intende dire?
«Bisogna rivedere la tipologia delle costruzioni. Le case devono essere più
basse, evitiamo di costruire torri, ce ne sono già abbastanza. E poi Tor
Marancia è una lottizzazione senza senso: poco attraente per chi cerca una
bella casa e troppo cara per quelle 30.000 famiglie che a Roma sono ancora senza
casa».
CRONACA DI ROMA |
Mercoledì 24 Novembre 1999 |
Tor Marancia, oggi si torna in aula. Illegittima la delibera popolare
Tor Marancia aspetterà ancora. Il Consiglio comunale oggi
alle 15, probabilmente dovrà prima confrontarsi su un altro testo, altrettanto
esplosivo. Sei pagine scritte dal segretario generale del Comune Vincenzo
Gagliani Caputo che, su richiesta del capogruppo dei Democratici, Simone
Gargano, ha formulato un parere se non di formale almeno di sostanziale
illegittimità della delibera di iniziativa popolare che chiede di azzerare la
lottizzazione a Tor Marancia. O più chiaramente sarebbe illegittimo da parte
del Consiglio votare un testo non regolamentare.
Un articolato complesso quello del segretario generale: tutti i partiti si sono
rivolti a un avvocato. Perchè Gagliani Caputo ha sottolineato non solo che
questa delibera «qualora impugnata, potrebbe essere dichiarata illegittima»
per alcuni difetti sostanziali come l'eccesso di potere per non aver tenuto
conto di atti precedenti come la Variante di salvaguardia e il Piano delle
certezze, e per carenza di motivazioni di cui l’opzione zero avrebbe bisogno.
Ma soprattutto nel testo si sottolinea che, se questa delibera dichiarata
illegittima dovesse passare, in caso di ricorsi dei costruttori, sarebbero i
consiglieri comunali a dover pagare, e soldi veri, in prima persona. Il
linguaggio è quello giuridico, ma questo è quanto hanno recepito gli eletti.
Ed è stato un vespaio. Perché quella che poteva essere un tentativo di
soluzione tecnica - nella relazione si capisce che il Consiglio potrebbe
discutere la delibera fino a febbraio - ha invece riacceso il clima politico. E
sono andati a farsi benedire ogni possibile accordo politico coi Verdi e Prc a
fronte della sfida lanciata da Fini.
«Poteva essere manifestato prima questo parere - riflette pacato, il capogruppo
Ds Antonio Rosati - ma comunque da sempre i consiglieri sono responsabili dei
loro atti e ne sono consapevoli. Mi sembra che rimarcarlo sia fuori dal tempo e
dallo spazio. Nessuna pressione: noi vogliamo che il confronto sia alla luce del
sole e che ognuno voti con trasparenza». «E’ un parere ad orologeria fatto
esplodere a dibattito iniziato. Restiamo sbalorditi su questo parere chiesto dal
ventriloquo del sindaco Gargano - sottolineano Augello e Marsilio, capogruppo e
vicecapogruppo di An - Nessuno è stato mai perseguitato soprattutto in assenza
di convenzioni stipulate o concessioni rilasciate». «E’ un atto
intimidatorio nei confronti del Consiglio. Se non ci saranno rettifiche o
ripensamenti, il problema da tecnico diventerà politico» arringa il segretario
di Rifondazione comunista Patrizia Sentinelli. «Sembra incredibile che questa
nota arrivi adesso. Un tale atto inquina il dibattito. Noi lavoreremo per un
voto libero» dichiara il capogruppo dei Verdi Dario Esposito, che tra l’altro
è anche coordinatore della maggioranza.
Cosa accadrà davvero oggi, è tutto da vedere. L’asse An-Prc-Verdi, decisi a
votare l’opzione zero, sembra reggere. Certo molti sono stati i contatti e gli
appelli e nel gruppo del Sole che ride si percepisce sempre di più
l’imbarazzo: molti dei Verdi vorrebbero più discutere del merito di Tor
Marancia. Sull’altro fronte ancora non si è capito bene cosa faranno Forza
Italia e Ccd. Se cioè ha fatto breccia l’appello di Fini o no alla
compattezza del Polo: oggi e domani si vedrà in aula chi voterà per la
lottizzazione.
A.Spi.
CRONACA DI ROMA |
Giovedì 25 Novembre 1999 |
Il parere
d’illegittimità sulla delibera non ferma il Consiglio. Il ds Rosati:
maggioranza unita
Tor Marancia,
si va verso lo scontro
Tor Marancia, si vota. Oggi pomeriggio il Consiglio comunale
dovrà infatti esprimere il proprio parere sulla delibera di iniziativa popolare
che propone la cancellazione della lottizzazione di Tor Marancia, oltre due
milioni di metri cubi a ridosso del Parco dell’Appia Antica. Una delibera che
ha spaccato i poli: se infatti Verdi e Prc voteranno con An a favore
dell’opzione zero, Forza Italia e Ccd si dovrebbero schierare con la
maggioranza capitolina esprimendo il loro parere contrario. Sarà dunque scontro
duro e per tre, al massimo quattro voti, l’amministrazione Rutelli rischia per
la prima volta di essere sfiduciata. E’ questo quello che ha chiesto Fini,
lunedì in aula. Contro questa sfiducia si battono i Ds, che fino al’ultimo
tenteranno di trovare una mediazione. «Il presidente di An ha lanciato una
sfida alla maggioranza, con le sue bordate ha fatto della lottizzazione di Tor
Marancia un caso politico. Ai Verdi e a Rifondazione chiedo unità: non facciamo
che il voto sulla lottizzazione vanifichi la nostra unità amministrativa. Non
cadrà la Giunta, ma guardarci in faccia, dopo, sarà più difficile». E’
l’ultimo, accorato appello che Antonio Rosati, capogruppo dei Democratici di
sinistra. «Il Polo sarà unito. Metterà in luce tutte le contraddizioni della
maggioranza e fermerà la lottizzazione di Tor Marancia» assicura il capogruppo
di An, Antonio Augello, che coi colleghi Rampelli e Marsilio da anni si batte
contro i palazzi tra l’Ardeatina e Grotta Perfetta.
Dunque, al voto. Il parere di illegittimità formulato dal segretario generale
del Comune, Vincenzo Gagliani Caputo, sulla delibera di iniziativa popolare, non
ha fermato i consiglieri. Anzi: a fronte della sottolineatura giuridica della
responsabilità diretta dei loro atti - risponderebbero in solido in caso di
ricorsi dei costruttori - nell’animata seduta di ieri, presente anche Pannella,
gli eletti hanno deciso che il parere fosse allegato alla stessa delibera. E
poi, mentre i deputati Verdi Paolo Cento e Massimo Scalia presentavano una
interrogazione al ministro degli Interni («è una grave limitazione politica
del Consiglio») hanno cominciato la discussione. «Gagliani Caputo forse è
stanco: è anche un attivo consigliere d’amministrazione dell’Opera»
attacca Augello. «Il segretario - replica Rosati - è persona di tale rigore
che è fuori da qualsiasi sospetto. Si voti in aula, con trasparenza. Come Ds
rimandiamo ad An l’accusa di votare contro per proteggere alcuni costruttori.
E’ un attacco basso, e sono stupito venga da Augello che stimo. Personalmente
ignoro quanto le Cooperative abbiano da costruire. Ma difendo il diritto di
completare la nostra azione amministrativa che con la variante di salvaguardia
ha fatto del comune di Roma il più verde d’Europa e con il piano delle
certezze ha dato la certezza del diritto di costruire a tutti gli imprenditori
romani».
Cosa accadrà davvero in aula è però arduo capirlo in anticipo. Di sicuro ci
sarà il pienone, i segretari regionali dei partiti, i comitati di quartiere.
Qualche consigliere potrebbe far mancare il numero legale, qualcun altro
potrebbe astenersi. Una forza trasversale che potrebbe essere determinante per
uno o l’altro fronte.
CRONACA DI ROMA |
Venerdì 26 Novembre 1999 |
L’insediamento-mostro/
Respinta la delibera di iniziativa popolare che chiedeva il blocco totale della
maxicolata di cemento
Un solo voto
salva la lottizzazione
Tor Marancia: la maggioranza
chiama anche i malati e vince con l’aiuto di Forza Italia
di CARLO ROMANO
«Buffoni, buffoni, buffoni»: nell’aula Giulio Cesare esplode alle 22
e 45 la rabbia del pubblico. Dopo quasi sette ore di Consiglio comunale, la
delibera di iniziativa popolare, che chiedeva di cancellare la lottizzazione di
Tor Marancia, è stata respinta. E per un solo voto: 27 no, 26 sì, segna il
tabellone luminoso. Una votazione drammatica che ha spaccato centrosinistra e
centrodestra. Alla fine quell’unico voto - quello di Ugo Sodano, passato dal
Ppi a Forza Italia una settimana fa - ha salvato non solo due milioni di metri
cubi della maxi-lottizzazione sul parco dell’Appia Antica. Ha soprattutto
evitato che la coalizione del governo Rutelli andasse in minoranza per la prima
volta dopo sei anni. O meglio, che vi andasse palesemente, visto che comunque,
nella battaglia dei numeri, persi quelli di Rifondazione comunista e Verdi che
si sono schierati con An per il no, la maggioranza ha dovuto correre ai ripari.
Sono stati convocati da casa gli assenti: la diessina Daniela Monteforte, che ha
sorretto il centrosinistra arrivando con le stampelle per una gamba fratturata,
e Giovanni Azzaro, che della maggioranza non è, ma ha votato no.
Ma se la coalizione di governo non si è ricompattata neanche per la sfida
politica di Gianfranco Fini, il Polo pure è rimasto spaccato: Forza Italia e
Ccd hanno annunciato il no, ma dopo una telefonata di Berlusconi hanno lasciato
l’aula. Tutti, ad eccezione di Sodano. Un segnale forte, anche di quanto la
politica nazionale pesi su Roma. Basti guardare i Verdi. Dilaniati tra governo e
ambientalismo, hanno interpellato fino all’ultimo Grazia Francescato e Massimo
Scalia: ma i due esponenti hanno ribadito la linea dura. E dire che la battaglia
sui palazzi di Tor Marancia deve ancora cominciare: la Regione Lazio sulla
lottizzazione deve dare la Valutazione d’impatto ambientale
prima di far porre una sola pietra. Tempi lunghi. Vicine sono invece le elezioni
regionali e questi strappi potrebbero portare nuove alleanze e candidature.
Alle 19 è Franco Frattini, parlamentare e consigliere di Forza Italia, a far
svoltare il Consiglio: «Registriamo la lacerazione della maggioranza, per
l’opposizione sarebbe un’occasione dare il colpo di grazia al governo del
Campidoglio. Ma dobbiamo pensare prima di tutto alla certezza del diritto: noi
non votiamo una delibera che il segretario generale ha giudicato illegittima».
Un colpo, Storace è nero, si formano capannelli, volano parole grosse. Frattini
è intercettato da Fini: «Tutto bene - sibila il presidente di An - ma ti è
chiaro che potremmo mandare a casa questa gente?» Forse non subito, ma mentre
Pannella dichiara la sua astensione, Berlusconi lo chiama: «Non strappiamo
troppo con An, meglio uscire». E Forza Italia abbandona l’aula. I Ccd? Fuori
pure loro. L’aula fibrilla. Il conto dei voti alle 20 è 24 per il no,
compreso il sindaco ovviamente e 26 per il sì con Giannini dell’Ms-Fiamma
tricolore. Nuovo valzer di telefonate, la maggioranza chiama Azzaro e
Monteforte. E’ parità, la delibera sarebbe tecnicamente non approvata, ma
alla fine spunta Sodano.
«E’ una vittoria di Pirro perchè la maggioranza si è dissolta
sull’urbanistica- attacca Fini - Forza Italia e Ccd si sono assunti la
responsabilità di non infliggere a Rutelli una sconfitta che avrebbe avuto
serie conseguenze politiche. I motivi? Politicamente deboli». «Prendiamo atto
senza inutili drammatizzazioni - dicono il capogruppo e il portavoce dei Verdi,
Esposito e Di Francia - Sul merito continueremo a lavorare per salvare quel
territorio». «La battaglia continua- sottolinea Patrizia Sentinelli, leader
romano di Prc - La maggioranza? Non ci sono problemi politici».
CRONACA DI ROMA |
Venerdì 26 Novembre 1999 |
L’URBANISTA
«Una
speculazione contro ogni logica»
«Perché il Comune si ostina a voler costruire a Tor
Marancia? Questa storia resta oscura, ci sono interessi forti che non si
riescono a ostacolare. Quella lottizzazione è contro ogni logica», Vezio De
Lucia, urbanista di fama e in passato assessore del sindaco di Napoli, Bassolino,
non lo ha mai nascosto: il complesso di Tor Marancia non gli va giù.
Professore, il Campidoglio sostiene che la decisione era già stata presa nel
piano regolatore del 1962, che non si poteva cambiare...
«La Giunta si vanta di aver tagliato milioni di metri cubi rispetto a quanto
previsto dal piano, perché non ha fatto lo stesso anche a Tor Marancia?».
Dicono che i costruttori ormai avevano un diritto acquisito. È d’accordo?
«Altrove le lottizzazioni sono state eliminate, mentre si è deciso di lasciare
proprio Tor Marancia che provocherebbe danni irrecuperabili».
Quali?
«Primo: la campagna laggiù è di una bellezza insuperabile. È incontaminata.
Ci mostra come era Roma prima di Roma».
La nuova lottizzazione costringerebbe 20.000 persone a prendere l’auto,
appesantendo il traffico soprattutto sulla Colombo...
«E’ proprio così. Si era detto di assumere il criterio del trasporto su
ferro come indice per definire dove si poteva ancora costruire. Ma a Tor
Marancia il trasporto su ferro non c’è. Si era pensato a un’improbabile
tramvia, ma era una soluzione per giustificare a ogni costo la lottizzazione».
Va bene, niente lottizzazione, ma voi che cosa proponete?
«Bisognerebbe aspettare, discutere la sorte di quell’area splendida
nell’ambito del nuovo piano regolatore. Invece il Campidoglio è stato preso
da una fretta incomprensibile. Non è ancora detta, però, l’ultima parola: la
Sovrintendenza potrebbe bloccare il progetto, perché Tor Marancia è zona
vincolata».
F.Sa.
CRONACA DI ROMA |
Venerdì 26 Novembre 1999 |
Sullo stesso
argomento il Polo andò compatto
bocciando la speculazione.
Quando alla
Provincia anche FI disse no
Quando la mano destra non sa quello che fa la sinistra. Forse
i politici romani hanno pensato di mettere in pratica il precetto evangelico: i
partiti, che ieri in Campidoglio hanno deciso di appoggiare la costruzione del
nuovo complesso di Tor Marancia (votando o uscendo dall’aula), sette mesi fa
avevano votato in Provincia un ordine del giorno che chiedeva di fermare tutto,
di realizzare un parco invece dei palazzi.
Era il 6 aprile scorso quando il consiglio provinciale votò all’unanimità
(cioè anche con i voti favorevoli di Forza Italia e dei Democratici di
Sinistra) un ordine del giorno che impegnava «il presidente della provincia
Silvano Moffa (An) e gli assessori a porre in essere ogni iniziativa utile per
scongiurare questo ennesimo scempio, pronunciandosi nei confronti del Comune di
Roma a tutela di un patrimonio di inestimabile valore». Sì, parlavano di «scempio»,
di «patrimonio di inestimabile valore».
Ma non basta, lo stesso ordine del giorno chiedeva che la Provincia si
impegnasse «nei confronti della Regione Lazio per l’ampliamento del Parco
dell’Appia Antica a tutta l’area minacciata dall’edificazione». Insomma,
la stessa identica richiesta che ieri è stata bocciata in Comune, anche se per
un solo voto, proprio quello di un esponente di Forza Italia.
«Io non ricordo la questione, forse i consiglieri comunali che hanno approvato
la lottizzazione hanno potuto consultare il progetto», dice Achille Ricci,
capogruppo di Forza Italia in provincia.
F.Sa.
CRONACA DI ROMA |
Sabato 27 Novembre 1999 |
Tor Marancia/Il
futuro dell’insediamento-mostro dopo il no alla delibera che chiedeva
l’annullamento del progetto
«La
lottizzazione si può bloccare»
L’assessore Bonadonna:
l’area è vincolata, i Beni culturali devono dare l’okay
di FERRUCCIO SANSA
«Tor Marancia? Non è detta l’ultima parola. La lottizzazione potrebbe ancora
essere bloccata». Mentre parla, Salvatore Bonadonna, assessore regionale
all’urbanistica, guarda quella macchia verde davanti alla finestra del suo
ufficio. Sono proprio lì, sotto i suoi occhi, i 220 ettari di Tor Marancia.
Assessore, tra qualche anno che cosa si vedrà dalla sua finestra?
«Non so. Certo ci sono ancora due passaggi prima che la lottizzazione sia
definitivamente approvata. Prima di tutto c’è la commissione del ministero
dei Beni Culturali che dovrà valutare se il nuovo complesso può essere
costruito in quell’area vincolata per il suo valore ambientale e archeologico».
Quella che aveva già espresso un parere negativo nei confronti della
lottizzazione?
«Sì, la commissione aveva espresso un parere preliminare dicendo che due
milioni di metri cubi sembrano troppi per un’area come Tor Marancia».
Se la commissione approvasse il progetto, la parola passerebbe alle gru e ai
cantieri?
«No. Bisogna aspettare anche il giudizio dell’assessorato all’Ambiente
della Regione che dovrà giudicare sull’impatto ambientale del complesso
progettato dall’architetto Gregotti. E poi l’assessorato all’Urbanistica
dovrà esprimere un parere in materia paesistica e di viabilità».
Se lei fosse uno scommettitore su cosa punterebbe: a Tor Marancia si costruirà?
«Non saprei e comunque non tocca a me dirlo perché sono parte in causa».
Eppure il suo giudizio sulla lottizzazione è molto netto...
«Certo, sono contrario, ma la mia valutazione si basa sulle norme vigenti. Non
è di tipo politico. Innanzi tutto c’è il valore archeologico ed ambientale
dell’area. Ma non solo: pensate all’effetto che provocherebbe sulla
circolazione di via di Grotta Perfetta e della Colombo un quartiere nuovo con
20.000 abitanti».
Si era parlato dell’archeotram...
«Era una soluzione per giustificare a ogni costo la lottizzazione».
Ma ci sono ancora margini per cambiare idea?
«Il Comune respingendo la delibera di iniziativa popolare e quindi dando un
ulteriore via libera alla lottizzazione ha perso una importante occasione di
ripensare la sua politica urbanistica».
Se Tor Marancia fosse bocciata, però, i costruttori farebbero ricorso e
forse si rischierebbe di dover costruire quattro milioni di metri cubi, invece
di due. È d’accordo?
«No. Il Comune ha approvato legittimamente la variante di salvaguardia per cui
non si può tornare indietro, a un piano regolatore pensato per una città di
sei milioni di abitanti».
Va bene, ma ci sono ancora alternative?
«C’è il meccanismo delle compensazioni, per esempio. Il costruttore che non
può più edificare su un terreno viene risarcito con altri terreni edificabili
situati in altre zone».
Quali, per esempio?
«Non ne ho la minima idea. Se ci fosse il nuovo piano regolatore tutto sarebbe
più facile, ma dopo sei anni il Comune non lo ha ancora approvato».
Ma il nuovo piano regolatore ormai è in dirittura di arrivo...
«A Napoli in quattro anni Vezio De Lucia ha concluso il piano della città. A
Roma sono indispensabili regole certe, sulle quali tutti possano fare
affidamento. Altrimenti il Comune, come è successo per Tor Marancia, è
costretto a cedere alle pressioni e a contrattare».
CRONACA DI ROMA |
Sabato 27 Novembre 1999 |
IL CHIARIMENTO DOPO
LA TEMPESTA
An contro
gli alleati di Forza Italia
Rifondazione: «Nuova delibera»
«Nei giorni prossimi bisognerà fare chiarezza», Antonio
Rosati, capogruppo dei Ds in comune, non ha dubbi. Ma il bisogno di chiarezza
potrebbe essere esteso a tutti in Campidoglio. All’indomani del tormentato
voto in consiglio comunale su Tor Marancia vincitori e vinti si leccano le
ferite. Una cosa è certa: dopo lo scontro dei giorni scorsi gli equilibri in
Campidoglio non potranno più essere gli stessi. «La maggioranza capitolina,
senza confondere i propri voti con quelli di vari settori del Polo, e senza il
sostegno dei Verdi e di Rifondazione, ha vinto questa battaglia a difesa della
programmazione degli impegni presi», canta vittoria Antonio Rosati. Ma certo è
una vittoria parziale. E’ è andata peggio all’opposizione, sconfitta e
divisa. Nonostante tutto Francesco Storace, presidente della federazione romana
di An cerca di galvanizzare le sue truppe ringraziandole per «la straordinaria
prova di compattezza». Non poteva, però, mancare un attacco duro a Forza
Italia e Ccd: «Siamo profondamente amareggiati per l’atteggiamento degli
alleati del Polo. Forza Italia e il Ccd hanno rinnegato se stessi consentendo a
Rutelli un salvataggio che sa di Prima Repubblica», rincara la dose Fabio
Rampelli, coordinatore regionale di An. Replica a stretto giro di posta Marco Di
Stefano, segretario romano del Ccd: «Abbiamo cercato di fare un’opposizione
che fosse garante delle regole del gioco e dei diritti». Interviene anche Marco
Verzaschi, coordinatore romano di Forza Italia: «L’atteggiamento scelto da
Forza Italia e dal Ccd non contraddice le ragioni della nostra alleanza con An,
ma al contrario le dovrà rafforzare». Appena il giorno prima il suo collega di
partito Franco Frattini aveva però motivato l’astensionismo di Forza Italia
sostenendo che la delibera di iniziativa popolare era illeggittima.
Tempi duri a destra, ma il chiarimento nel centrosinistra si preannuncia
altrettanto complesso: Patrizia Sentinelli, segretario romano di Rifondazione,
preannuncia già che ripresenterà al consiglio una delibera di contenuto
analogo a quella appena respinta. Poi ci sono i Verdi, combattuti fino
all’ultimo tra le istanze ambientaliste e la fedeltà alla coalizione, tanto
che qualcuno aveva ipotizzato un passaggio di alcuni consiglieri Verdi nelle
file dei Democratici. Non sarà così. «Ci è dispiaciuto vedere la maggioranza
divisa», commenta Silvio Di Francia, «ma siamo orgogliosi della battaglia che
abbiamo sostenuto. Il voto ha dimostrato che il peso di quell’insediamento è
insostenibile».
F.Sa.