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Le orchidee spontanee a Tor Marancia e nel Parco dell'Appia Antica

un'esemplare di Orchis Papilionacea

Sopra: una Orchis papilionacea, fotografa-
ta a Tor Marancia (foto di F. Piemontese)

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Durante i mesi primaverili è possibile osservare in tutto il Parco dell'Appia Antica la ricchissima fioritura della flora spontanea tipica della campagna romana. Questo patrimonio include le orchidee spontanee, presenti sia a Tor Marancia che lungo tutto il corso dell'Appia Antica.

Lo studio effettuato da F. Garcia dal 1989 al 2000 ha rilevato la presenza di un gran numero di specie (vedi elenco a fianco). Le fioriture appaiono, nel corso degli anni, in periodi leggermente differenziati, a seconda dell'andamento climatico nei primi mesi dell'anno, ma il periodo di massima fioritura è comunque compreso tra l'ultima settimana di marzo e la fine di aprile, mentre a maggio c'è l'avvicendamento di specie tardive.

Le orchidee spontanee sono delle geofite, ossia delle piante perenni dotate di apparati sotterranei che permettono loro di passare la stagione avversa (nel loro caso l'estate) sotto terra. Temono la concorrenza di altre piante preferendo terreni a bassa fertilità come i litosuoli, e crescono solo associate a strati superficiali erbosi stabili e non disturbati. Per produrre una pianta adulta da seme occorrono in natura molti anni (anche fino a dieci in alcune specie) e solo pochi semi sul totale riescono a svilupparsi in pianta matura, anche per la necessità della presenza di un particolare fungo "simbiotico" con l'orchidea.

Per proteggere le orchidee è quindi fondamentale salvaguardare l'integrità del loro ambiente, cioè prati e terreni stabilizzati già da diversi anni, ed evitare pratiche come aratura, fresatura ecc., che hanno l'effetto di alterare lo strato superficiale del suolo. Facciamo attenzione anche ai cani, evitando che scavino o smuovano il terreno e, ove possibile, lasciandoli liberi solo nelle aree a loro dedicate. E ovviamente, non cogliamo le orchidee.

I terreni in prossimità dei resti archeologici si prestano molto ad ospitare queste piante, perché ricchi di materiale da costruzione, poco profondi e ben drenati. Le orchidee non li danneggiano, perché possiedono piccole e leggere radici che si estendono solo per pochi centimentri intorno alla pianta e ogni anno si degradano per ricrescere poi l'anno successivo, lasciando un piccolo bulbo.

Lo sfalcio dell'erba, necessario per mantenere i prati puliti e "fruibili" in un'area come quella del Parco che è molto frequentata dal pubblico, non è dannoso per la conservazione e lo sviluppo delle orchidee. Esso deve però essere eseguito nel periodo giusto, cioè tra la fine di aprile e i primi di maggio (oltre che d'estate) e ovviamente con modalità che non danneggino il terreno superficiale. E' da evitare invece nei mesi di febbraio e marzo, perché si aumentano le condizioni di aridità del suolo.

Il pascolo ovino di passaggio e su base estensiva, attività tradizionale nella campagna romana e ancora presente sia a Tor Marancia che nel resto del Parco, è un altro fattore che contribuisce al mantenimento dell'ambiente ideale per la crescita delle orchidee, perché limita i competitori.


Ringraziamenti: questo testo è una sintesi dello studio di Flavio Garcia "Le orchidee spontanee nel Parco dell'Appia Antica".

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Sotto: l'elenco delle specie presenti nel
Parco dell'Appia Antica:

  • Ophrys apifera
  • Ophrys ciliata
  • Ophrys garganica
  • Ophrys incubacea
  • Ophrys sphegodes
  • Ophrys tenthredinifera
  • Orchis coriophora
  • Orchis laxiflora
  • Orchis morio
  • Orchis papilionacea
  • Serapias lingua
  • Serapias parviflora
  • Serapias vomeracea
  • Spiranthes spiralis
  • Ophrys x macchiatii (ibrida)
  • Ophrys x grampinii (ibrida)

 

 

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1999 WWF Gruppo Attivo Roma XI