logo.jpg (10981 byte)


LA TENUTA DELLA FARNESIANA

 

Una quercia nel bosco della Farnesiana

Praticamente sconosciuta anche a chi abita a brevissima distanza, la Tenuta della Farnesiana è costituita da circa 70 ettari compresi tra la via Ardeatina e la via Appia Antica. In una estensione così ridotta, tuttavia, è possibile trovare una grande diversità di realtà ambientali e archeologiche. Paesaggisticamente la tenuta della Farnesiana rappresenta una logica continuazione della tenuta di Tor Marancia, dalla quale è separata solo dalla via Ardeatina.

Ricordiamo che nella proposta del WWF per l'utilizzo futuro della Tenuta di Tor Marancia viene suggerita la costruzione di un ponte in legno sopra l'Ardeatina che crei un collegamento ciclo-pedonale tra le due aree.

Da un punto di vista geologico, invece la differenza tra le due Tenute è sostanziale: se Tor Marancia è essenzialmente costituita da tufi e pozzolane, la Farnesiana poggia per la sua gran parte su uno strato di pietra nera e molto dura, detta leucitite, ma che a Roma viene chiamata, in maniera assolutamente impropria, "selce" (la selce, infatti, è una roccia di tipo sedimentario con caratteristiche completamente diverse). La leucitite, nota anche come basaltina, è la pietra usata per i sampietrini e per i basolati delle antiche vie consolari, ed è una roccia lavica. Nel caso specifico, la formazione risale all'ultima fase attiva del Vulcano Laziale, circa 190.000 anni fa, e si è andata ad appoggiare al di sopra dello spesso strato di piroclasti (tufi e pozzolane), formando un rilevato continuo dell'altezza di oltre 10 metri sul piano di campagna circostante. Questa struttura geologica è stata denominata "colata di Capo di Bove", prendendo il nome dalla denominazione medioevale della tomba di Cecilia Metella, in quanto proprio questo monumenti sorge all'estremità della colata lavica stessa.

La Farnesiana, insistendo in maniera quasi esclusiva sulle ultime propaggini della colata, si trova ad un'altezza di diversi metri superiore a Tor Marancia, che è infatti possibile osservare quasi interamente da una posizione privilegiata, ma la sua sopraelevazione permette anche di spaziare con la vista su tutto il centro di Roma e su buona parte dei nuovi quartieri del quadrante Sud.

In età romana il territorio della Farnesiana subì la stessa sorte di tutto l'Agro Romano, diventando una zona di approvvigionamento di provviste alimentari per tutta la città. Esisteva, in particolare, il "fundus rosarius", che corrispondeva alla parte meridionale della Farnesiana, dedicato esclusivamente alla coltivazione di rose. Con la caduta dell'impero e lo spopolamento della campagna intorno a Roma, anche la Farnesiana venne abbandonata.

 

Le rovine della Torre detta 'Zampa di Bove'
"Zampa di Bove"

Il casale Vigna Viola
Il Casale Vigna Viola

In età medioevale, la tenuta assunse il nome di Zampa di Bove (per contrapposizione alla vicina Capo di Bove, corrispondente alla tomba di Cecilia Metella) e vi sorgevano ben 5 torri di vedetta, da cui i toponimo "Cinque torri". La principale è quella della Zampa di Bove, crollata solo da qualche decennio. Nei secoli successivi la tenuta fu dei Farnese, da cui il nome Farnesiana. A quell'epoca risale il bellissimo casale delle Vignazze, che domina l'Ardeatina e la tenuta di Tor Carbone.

La proprietà venne, poi, frammentata, e nacquero altri casali, tra cui quello delle Vignacce, ancora mantenuto in buone condizioni e abitato fino a pochi anni fa. Attualmente il casale è in ristrutturazione. Nel cortile sono conservati diversi reperti provenienti dalla tenuta, principalmente marmi, insieme ad alcune macine per cereali. Successivamente la tenuta divenne riserva di caccia dei Torlonia, come testimoniato ancora dalla toponomastica locale. Al Settecento risale anche la costruzione più interessante di tutta la tenuta: il casale di Vigna Viola.

Edificato a fine '700, apparteneva alla famiglia Farnese che lo cedette, assieme alla tenuta alla famiglia Torlonia attorno al 1810. E' costituito da due armoniosi corpi di fabbrica, uno adibito a stalle e locali di servizio e uno a residenza padronale, con una corte interna e un vasto piazzale esterno con i resti di una grande fontana ottagonale. La parte padronale consta di un edificio a due piani con una loggetta ad archi a tutto sesto (ora murati) che presenta, sul lato lungo, delle aperture ellittiche che richiamano i motivi stilistici delle ville suburbane del Seicento (cfr. villa York, per citare la più famosa e "completa"). La stalla ed il fienile sono raggiungibili al piano superiore con una scala esterna, tipica dei casali del centro-sud dove nevica poco o nulla. All'esterno la cisterna per la raccolta dell'acqua, a pianta ottagonale.

Originariamente la tenuta ospitava delle vigne poi scomparse quando i Torlonia concentrarono le loro risorse finanziarie sui possedimenti nel centro di Roma. Inoltre con l'unità d'Italia le città ebbero un forte incremento demografico con conseguente crescita della necessità di pane: questo portò a sostituire la costosa coltivazione della vite con quella del grano.

Il Bosco Farnese
Il boschetto Farnese

Della notevole copertura arborea che esisteva un tempo nella zona, oggi è rimasto solo il boschetto Farnese (a fianco). Si tratta di un piccolo ma importante lembo di bosco misto, unico nel suo genere nel territorio del Parco dell'Appia. La vegetazione è quella tipica dell'ambiente mediterraneo. Probabilmente artificiale, nel corso dei secoli è stato più volte ceduato, come si può constatare dalla forma dei tronchi. Sono presenti alberi di Leccio (Quercus ilex), Roverella (Quercus pubescens) ed alcune Sughere (Quercus suber). Nel sottobosco il Biancospino (Crataegus monogyna) e la Marruca (Paliurus-spinachristi). Trovandosi al di fuori di attività antropiche, ed essendo fortunatamente poco conosciuto e frequentato, tanto il bosco quanto il sottobosco sono ancora molto ben conservati e mostrano le tracce di un'intensa frequentazione animale.

Attualmente la tenuta appartiene alla famiglia Gerini, ramo dei Torlonia, ed è visitabile solo con visite guidate organizzate periodicamente dall'Ente Parco in collaborazione con il WWF. In genere queste visite comprendono un percorso che dalla Tenuta di Tor Marancia, percorsa via dei Numisi e superata l'Ardeatina giunge alla Tenuta della Farnesiana attraversandola fino a giungere sulla via Appia Antica.


 
Si sconsiglia di avventurarsi da soli in quanto l'area è sovente presidiata da cani piuttosto aggressivi.

 

ALTRE FOTO

Testi a cura di Alessia Bello ed Alessandro Razze - Foto di D.Epifani, M.P. Ferraresi

 

 

  barra.jpg (14758 byte)

birds.gif (1035 byte)

1999 WWF Gruppo Attivo Roma XI