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Notizie dalla Riserva Naturale di Decima Malafede



cicogna nera avvistata nella Riserva Naturale di Decima Malafede



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Argomenti collegati:

- Il campo nomadi di Castel Romano:
ottobre 2007, agosto 2007,
giugno 2006, dicembre 2005


- L'autostrada Roma-Latina
novembre 2007, novembre 2006



Archivio News Decima Malafede

La Riserva Naturale di Decima Malafede è la più grande e la più importante tra le aree protette della Campagna Romana. La sua salvaguardia è risultato di battaglie ambientaliste durate almeno due decenni che hanno visto in prima linea il WWF. La gestione è affidata attualmente all’Ente Roma Natura. Eppure da un'area così preziosa non sempre arrivano buone notizie per la tutela dell'ambiente...

Aprile 2009 - Un grave caso di inquinamento idrico è stato rilevato in alcuni fossi della Riserva.

Febbraio 2009 - Il ritorno della cicogna nera....anche quest'anno questo stupendo animale sta svernando nella Riserva di Decima. Proveniente da uno dei suoi areali di nidificazione posti nelle foreste secolari umide dell'Europa centrale e della Spagna, ormai ridotta a pochissimi individui, un'individuo ha scelto Decima per soggiornare nei mesi invernali. Poichè si tratta di un'animale molto schivo ed esigente in termini di qualità ambientale la sua presenza costituisce un'ulteriore dimostrazione del valore di quest'area.

Campi nomadi ed aree protette - Cambiano le amministrazioni ma la sostanza di una politica distruttiva dell'ambiente resta purtroppo invariata. In questi giorni la nuova giunta Alemanno sta affrontando il tema dei campi nomadi: indiscrezioni giornalistiche parlano di una riduzione del numero dei campi ma dell'ampliamento di quelli rimasti....siamo maliziosi, ma siamo certi che quello abusivo di Castel Romano rimarra e verrà ampliato, nonostante si tratti di un abuso colossale, poichè situato nel bel mezzo di una Riserva Naturale, commesso dall'amministrazione Veltroni.

La Zolforata - Una delle zone del parco maggiormente singolari, dotata di un paesaggio unico, a volte inquietante è la cosidetta Zolforata (vedi foto 16, 17 e 18 della galleria fotografica). Oggi scempiata da una cava di zolfo che ha qui operato per lungo tempo, poco rimane dell antico lago e delle foreste dove gli antichi si recavano a chiedere responsi, come ad esempio fece re Latino, dubbioso se concedere sua figlia Lavinia al re di Rutuli di Ardea, Turno... " Turbato dai prodigi , il re ricorre al responso di Fauno, il suo fatidico genitore, e, consulta i sacri boschi sotto l eccelsa Albunea, la più grande fra le fonti divine risonanti nelle foreste e che nell ombra esala un effluvio mefitico. Nel dubbio, vanno a chiedere oracoli lassù tutte le genti italiche... " (Virgilio, Eneide libro settimo).
Oggi di quell' incredibile e fiabesco paesaggio, rimane un piccolo lago ribollente di effluvi di anidride solforosa, qualche spalletta di sughere e roverelle martoriate dagli incendi, un altro grande e profondo lago residuo delle attività estrattive, estese praterie di Agrostide di Montelucci, un erba tipica delle aree sulfuree, sede di nidificazione di molte specie di rari uccelli steppici.
Poco distante, il grande casale della Zolforata, che ha preso il posto del castello medievale, oggi sorge sul luogo dell antica domucultae Calvisciana, dominata dai resti di Torre Spaccata. Nonostante il fascino e la preziosità geomorfologica ed il valore naturalistico, questa singolare area è spesso preda di fenomeni di degrado: discariche e motocrossisti in primis, ma non mancano i progetti imprenditoriali di devastazione. C'è chi vorebbe farne una seconda Malagrotta, chi costruire qui un grande inceneritore...

Dicembre 2008 - Dopo la tragedia di Castel Fusano, Sfiorata la strage nella cava della Selcetta. Ancora degrado nelle aree protette. Dopo la tragica morte di una mamma e del suo bimbo nella pineta di Castel Fusano, per poco non si è ripetuta la tragedia nella Riserva di Decima.
Una baracca, costruita nell'ambito di un'insediamento composto da una trentina di persone nella cava della Selcetta e fonte di gravissimo degrado dell'intera area, è andata a fuoco a causa di una candela caduta sulle coperte. Un'intera famiglia fra cui tre bimbi hanno subito ustioni di una certa importanza ed ora sono ricoverati nell'ospedale Sant'Eugenio dell'Eur.
L'insediamento è stato molte volte da noi denunciato, sia per il degrado provocato alla ex cava, ricchissima di minerali preziosi e animali e piante tipici delle aree umide, sia per le insostenibili situazioni igienico sanitarie degli abitanti. Le segnalazioni sono rimaste come al solito inascoltate sia dalle autorità che dall'ente parco, e le baracche hanno proliferato nelle strutture dell'ex cava, un tempo abitate da rapaci notturni e gechi, ed oggi da famiglie rumene, per lo più impiegate in edilizia.
La vicinanza della baraccopoli al nuovo ospedale Campus Biomedico non è servita al suo risanamento. Già nell'estate del 2007, un fuoco acceso nella baraccopoli aveva causato un vasto incendio boschivo nella valle della Selcetta, con grave rischio per gli abitanti della favelas, ma dopo un breve periodo in cui gli abitanti si erano allontanati, le baracche sono state di nuovo occupate. Situazioni così gravi sono numerose nelle aree protette, e sono rari i casi di intervento di sgombero e pulizia.
Fa tristezza sia vedere essere umani nel terzo millennio vivere in queste condizioni, sia vedere come sono ridotte le poche aree protette salvate dalla furia cementificatrice. Ora speriamo ci sia una presa di coscienza da parte delle autorità affinchè non siano più tollerate situazioni di degrado come questa.

Raro avvistamento di un astore nella Valle della Perna. Nonostante il degrado in cui versano vaste aree della Riserva, non mancano ogni anno delle sorprese. Quella di quest'anno è l'avvistamento di una femmina di astore (Accipiter gentilis) intenta a predare una cornacchia nella valle di Perna. L'astore è un rapace che caccia all'aspetto uccelli e mammiferi, ed è legato ad ambienti forestali maturi.

Ottobre 2008 - DECIMA-MALAFEDE AGLI SGOCCIOLI... Da tempo denunciamo senza sosta e praticamente da soli la progressiva fine di quella che fu la Riserva naturale più grande, bella e preziosa di Roma. Ora sembra che stia per concludersi definitivamente il suo destino: dopo gli attacchi dell'ex sindaco Veltroni, che l'ha pesantemente compromessa, ora anche la giunta Alemanno non vuole essere da meno, e quindi ecco l'ultima trovata, quella del ripristino delle cubature su via Valle di Perna (vedi comunicato del WWF Lazio). Quindi qualche decina di migliaia di metri cubi di case andranno a distruggere il bellissimo altopiano della Perna, ma l'insipienza a la volontà distruttrice dei politici nostrani (di ambedue gli schieramenti, va detto) non si limita a questo.
Hanno voluto aggiungere alcune ciliegine su una torta che evidentemente risultava troppo sguarnita, come ad esempio la costruzione di una nuova strada di collegamento con via di Vallerano, il raddoppio della stessa via di Vallerano a spese della Sughereta, l'asfaltatura ecologica di via Valle di Perna.
Quindi con la Selcetta ormai perduta a causa del campus biomedico, Castel Romano compromessa dall'abnorme espansione dell'outlet, il Risaro occupato integralmente dal centro addestramento NOCS, il SIC che verrà devastato dall'autostrada, Trigoria invasa da costruzioni abusive e non, Trigoria alta invasa dai nuovi quartieri ex art 18, tutto il lato Laurentina compromesso da raddoppio Laurentina, cimitero e nuove cubature, e quest'ultimo attacco a Perna e Vallerano, possiamo praticamente dichiarare conclusa la storia dell'area protetta. (28 ottobre 2008)



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