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L'ANAS vuole un secondo Raccordo Anulare

Il Consiglio di Amministrazione dell'Anas ha approvato lo scorso 22 febbraio il Piano ("Master Plan") delle nuove infrastrutture da realizzare attraverso il ricorso ad investitori privati (project financing).

Nell'elenco (composto da sette opere) è inclusa anche la realizzazione di un secondo Grande Raccordo Anulare attorno a Roma, esterno a quello attuale.

La spesa prevista nel Piano per quest'opera è di 5.710 miliardi di euro, qualcosa come 11mila miliardi di vecchie lire, pari ad oltre il 50% dell'investimento totale delle opere previste nel Master Plan.

Il presidente dell'Anas, Vincenzo Pozzi, è un grande sostenitore dell'opera, insieme al Presidente del Consiglio, che aveva annunciato in anteprima il progetto già nel marzo del 2004.

Secondo l'Anas "è indispensabile l'adeguamento della rete infrastrutturale di trasporto attraverso la realizzazione di nuove opere che, però, esige l'individuazione di cospicui mezzi finanziari con un sempre più necessario coinvolgimento degli investitori privati i quali richiedono una congrua remunerazione dei capitali investiti" (quindi, si pensa all'imposizione di un pedaggio, peraltro ipotizzata dall'Anas anche per il GRA attuale). Nei prossimi giorni verrà avviato un confronto diretto con l'Amministrazione regionale; poi il progetto (insieme agli altri 6 inseriti nel "Master Plan") verrà presentato al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Il tracciato proposto dall'ANAS, lungo circa 120 chilometri, taglierebbe in due le Riserve Naturali di Decima Malafede a sud e della Marcigliana a nord-est, la riserva di Nomentum ed il Parco di Veio a nord. Ciò significherebbe la fine del sistema ambientale romano perché verrebbe meno la già precaria connessione con le aree verdi che circondano la città, collegamento che riveste importanza cruciale per il mantenimento della diversità biologica presente a Roma.

la mappa del nuovo GRA previsto dall'ANAS
Fonte: La Repubblica/centimetri.it


Inoltre, tramonterebbe definitivamente anche l'obiettivo (uno dei capisaldi del Nuovo Piano Regolatore di Roma ) di ridurre drasticamente il numero delle auto e delle moto circolanti per la città, impegnando il flusso principale delle risorse finanziarie per promuovere e sviluppare le diverse modalità di mobilità sostenibile, basata principalmente sul trasporto pubblico e collettivo, soprattutto su ferro.

Va a questo proposito ricordato che con la presenza di 2.400.000 autoveicoli e 1.000.000 di moto e motorini Roma detiene il poco invidiabile record europeo del più elevato rapporto di auto per abitanti (con 952 ogni 1000 abitanti). E la percentuale di cittadini che utilizza il mezzo pubblico per i propri spostamenti è ormai ridotta al 30%; inoltre, il trasporto pubblico si svolge per il 70% su gomma e solo per il 30% su ferro. Pertanto a Roma solo il 10% della mobilità totale si svolge su ferro, e cioè col mezzo di trasporto pubblico meno inquinante e più sicuro.

Per i motivi suddetti, il WWF boccia senza appello l'ipotesi di realizzazione di un secondo anello autostradale intorno a Roma e chiede alle amministrazioni locali (Comune, Regione e Provincia), coerenza tra l'obiettivo strategico di perseguire un sistema di mobilità sostenibile attraverso la "cura del ferro" ed i loro comportamenti concreti, anche nel caso del faraonico progetto Anas.

(marzo 2006)

 

 

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1999 WWF Gruppo Attivo Roma XI