L'Italia in forte ritardo sulle rinnovabili

Il Governo italiano sembra andare nella direzione opposta rispetto agli obiettivi del Protocollo di Kyoto.

Il WWF chiede all'Enel di ridimensionare l'uso del carbone, il più inquinante tra i combustibili fossili.

La principale azienda energetica italiana, l'Enel, figura all'8° posto tra i maggiori inquinatori mondiali. Come in altri paesi, anche in Italia il WWF ha aperto un confronto con tutte le aziende produttrici di energia.

All'Enel, in particolare, il WWF chiede di ridimensionare le sue strategie di ampliamento dell'uso del carbone, che a fronte di discutibili benefici economici immediati rischia di portare l'Italia ad elevati oneri futuri di fronte ai rinnovati ulteriori impegni di riduzione delle emissioni che si stanno delineando in Europa. Troppo modesti sono ancora gli impegni a migliorare l'efficienza energetica sia nella produzione che negli usi finali di energia.

Gli scenari futuri sono ancora più foschi se si pensa al decreto detto "sblocca centrali" adottato dal governo italiano (convertito nella L. 55/2002) che introduce agevolazioni ed esenzioni (anche rispetto alle valutazioni di impatto ambientale) per la localizzazione di centrali termoelettriche, per lo più di grande taglia compresa fra i 400 ed i 800 MW, senza alcuna considerazione rispetto al contesto energetico generale ed agli usi finali e nella totale assenza di politiche di governo della domanda. "Il nostro governo dovrebbe andare verso una politica energetica che privilegi finalmente l'efficienza energetica e l'energia rinnovabile".

Il WWF Italia chiede ad Enel, Ansaldo, Edison, Eni e agli altri operatori del settore energetico, di aumentare gli investimenti nella cogenerazione in centrali a gas di piccola taglia per fornire sia calore che elettricità ad utenze locali, con elevata efficienza.

Chiede infine impegni più seri nello sviluppo di energia eolica e solare, settori che ci vedono in grave ritardo rispetto a paesi meno favoriti del nord Europa.

Il WWF Italia chiede al Governo di sostenere le fonti rinnovabili di energia con meccanismi più efficaci di quelli adottati fino ad oggi e di approvare normative che rendano obbligatoria la indicazione sulle bollette elettriche del tipo di energia fornita e rendano da subito i singoli cittadini liberi di scegliersi il fornitore e il tipo di energia, come da anni già avviene in diversi paesi europei.

 

Un futuro senza carbone e petrolio

Il WWF lancia la sfida al settore europeo dell'energia con Power switch, un progetto per promuovere l'energia pulita e rinnovabile. In Italia impegni troppo modesti, mentre in Europa si potrebbe produrre energia senza petrolio entro il 2020. Tagliare del 50% i livelli attuali di inquinamento da anidride carbonica (CO2 ) uno dei gas maggiormente responsabili dell'effetto serra, e ridurre la dipendenza dai combustibili fossili già dal 2020 si può.

Lo dimostra un Rapporto, curato dal WWF e lanciato oggi, che inaugura la Campagna internazionale Power Switch! - Cambiamo l'energia - che ha come obbiettivo il passaggio dai combustibili fossili a fonti pulite nella produzione di energia elettrica, un progetto che intende promuovere un settore dell'energia "amica del clima". Il documento del WWF, Low Carbon Electricity System, descrive come sia possibile una sostanziale riduzione di emissioni di CO2 attraverso l'incremento dell'uso di fonti di energia rinnovabili capaci di coprire fino al 50% del fabbisogno energetico totale.

Le emissioni prodotte dall'uso di combustibili fossili come il carbone, il petrolio e i gas si concentrano nell'atmosfera, circondano il pianeta e intrappolano il calore, causando il conseguente innalzamento della temperatura. Il settore della produzione di energia, responsabile del 37% delle emissioni globali di CO2 (la maggiore fonte singola di emissione), ha un ruolo cruciale per incrementare il taglio alle emissioni di CO2 nell'arco di prossimi 20 anni in modo da fermare l'innalzamento della temperatura globale che tende a raggiungere la pericolosa soglia di incremento di 2 gradi centigradi.

Ma il Governo italiano vuole abolire la carbon tax e rilanciare il carbone.

Il futuro è nelle mani dei produttori mondiali di energia, come RWE, Vattenfall e E.ON in Germania o Enel in Italia, afferma Jennifer Morgan, direttrice del Programma sui Cambiamenti Climatici del WWF. Il WWF lancia una sfida a queste aziende perché da corresponsabili del problema si impegnino a diventare parte della soluzione. Le tecnologie esistono e sono anche vantaggiose sotto il profilo economico: quello che manca ancora è una leadership nell'assunzione di responsabilità tra i maggiori inquinatori".

L'Italia in forte ritardo nel campo delle energie rinnovabili Il Rapporto del WWF mostra che, con programmi efficaci per ridurre la domanda energetica e per promuovere investimenti nel campo dell'energia rinnovabile, la UE potrebbe raggiungere l'obiettivo di produrre energia senza carbone e petrolio già dal 2020. Le grandi compagnie energetiche sono le prime candidate nella guida del pianeta lungo questa strada. In Germania, ad esempio, entro breve il 50% delle vecchie centrali energetiche dovranno essere sostituite: ci si chiede se queste nuove centrali dovranno usare ancora il carbone o nuove fonti di energia rinnovabile e pulita. La più grande sfida per chi è chiamato a pianificare le politiche energetiche dei singoli paesi sarà quella di progettare e stimolare un mercato efficace e applicare i programmi di efficienza energetica e di tecnologie realmente pulite e rinnovabili (eolico, biomasse sostenibili, solare).

Per raggiungere gli obiettivi della sfida lanciata dal WWF sono necessari cambiamenti sostanziali nelle politiche energetiche, nel sistema fiscale legato all'energia e nel sistema di incentivi. Questi cambiamenti assicurano inoltre il raggiungimento degli obbiettivi posti dal Protocollo di Kyoto mettendo l'Europa sulla strada dei tagli sostanziali che saranno necessari in futuro. La temperatura globale si è già innalzata di 0,6 gradi centigradi durante il secolo scorso, provocando l'alterazione di numerosi ecosistemi e diversi impatti sulla popolazione. Secondo l'IPCC (il panel di scienziati ed esperti coordinato dall'Onu) l'ulteriore incremento di 2 gradi centigradi provocherebbe l'aumento di alluvioni, di siccità, l'allargamento di epidemie, danni alle barriere coralline e lo scioglimento dei ghiacciai con conseguenze devastanti

Ratifica del Protocollo di Kyoto, il ruolo-chiave della Russia

In un comunicato diffuso nel maggio 2003 in tutto il mondo, il WWF ha criticato il Ministro russo per lo Sviluppo Economico e del Commercio, German Gref, accusandolo di bloccare la ratifica del protocollo di Kyoto, l'unico trattato internazionale volto a rallentare i mutamenti climatici limitando l'inquinamento che provoca il riscaldamento globale. Il protocollo di Kyoto diventerà legge internazionale solo se verrà ratificato dalla Russia. Dopo gli appelli dei leader mondiali, degli ambienti industriali russi, degli ecologisti e dell'opinione pubblica, il presidente russo Vladimir Putin è recentemente intervenuto per dare impulso al processo di ratifica da parte del suo Paese. L'amministrazione del Presidente russo lavorerà per guadagnare il consenso dei quattro ministri responsabili dell'accordo sulla ratifica. Ma il WWF ritiene che il ministro Gref stia bloccando l'esame del fascicolo relativo al protocollo.

Il Protocollo di Kyoto fu completato due anni fa e rappresenta il primo passo per combattere il riscaldamento globale. 108 paesi hanno già ratificato il protocollo, molti di più dei 55 che erano necessari. Perché il trattato entri in vigore, però, i paesi che lo ratificano devono rappresentare almeno il 55% delle emissioni di anidride carbonica (il gas maggiormente responsabile dell'aumento dell'effetto serra) dei paesi industrializzati. Dal momento che USA e Australia hanno dichiarato che non intendono ratificare il protocollo, la Russia è oggi il paese chiave. Dopo la consultazione con gli altri ministri economici, il Ministro Gref dovrebbe portare il disegno di ratifica e i documenti supplementari alla prossima riunione del Governo, e da qui la proposta dovrebbe passare al vaglio della Duma (la Camera bassa del Parlamento Russo).

Il WWF chiede al ministro Gref di procedere agli adempimenti di sua pertinenza, in modo che la ratifica possa essere completata entro il luglio di quest'anno. Il ministro Gref sta seduto su una pila di documenti mentre il mondo aspetta. Rischia di suscitare l'ira dei 108 paesi che hanno già ratificato il Protocollo di Kyoto, ha detto Alexey Kokorin, Responsabile del Programma Clima del WWF-Russia.

Il mondo dovrebbe impedire che un burocrate a Mosca possa mandare all'aria gli sforzi di centinaia di governi, migliaia di aziende e milioni di persone, ha detto Gianfranco Bologna, segretario aggiunto del WWF Italia.

 

Scarica il documento "Power Switch!" in formato pdf (accessibile anche dalla sezione DOCUMENTI)

 

WB01337_.gif (904 byte)